Il progetto da titolo “Programma operativo Nazionale ricerca e competitività asse I: “sostegno ai mutamenti strutturali” obiettivo operativo 4.1.1.4. “potenziamento delle strutture e delle dotazioni scientifiche e tecnologiche” I azione: “rafforzamento strutturale”.
Questo progetto riguarda il potenziamento infrastrutturale dei laboratori universitari e permetterà di creare un polo di eccellenza di riferimento per il controllo della qualità, per la consulenza del settore economico e per lo studio delle correlazioni tra salute e alimento nel settore agroalimentare. La mia attività mi porta, insieme al mio gruppo di ricerca, costituito da giovani ricercatori, tutti i giorni a contatto con le realtà del comparto agroalimentare dando alle aziende supporto di consulenza tecnico scientifica in particolare nello stesso territorio trapanese.
Tanti anni di attività e di progettazione scientifica fortemente collegata con l’agroalimentare siciliano, svolte tra il 2008 e il 2009 sono oggi in fase di realizzazione. Cosi oggi mi ritrovo responsabile di altri tre progetti finanziati due PON ed una misura del PSR Sicilia misura 124 per 800.000 €
Purtroppo nel comune dove sono stato assessore qualche anno fa, progettualità a 2/3/4 anni di scadenza non erano presi in considerazione, almeno se venivano da me proposte, forse perché avrebbero potuto interessare amministrazioni future.
Le mie responsabilità e il mio impegno in un dottorato di ricerca in Scienze Gastronomiche e in un Corso di Laurea in Gastronomia, anche se da un lato mi portano a guardare sempre a quella splendida realtà quale il territorio trapanese e marsalese, dall’altro lato mi tengono a legare sempre più le mie attività presenti e future alla mia sede di lavoro.
Tali attività vedono impegnati con me giovani ricercatori marsalesi e della Provincia di Trapani a riprova di interessi didattici e scientifici da me sempre promossi in questo territorio.
Questo non mi impedisce di pensare a tutte le cose che vorrei vedere realizzate a Marsala da chi avrà il compito di amministrare questo splendido territorio nei prossimi anni. Io non sono per lo sviluppo industriale del territorio siciliano, per la realizzazione di quei mostri che poco sviluppo hanno dato al territorio, e poco lavoro. Tutto ciò ha portato sicuramente a tantissimo inquinamento, come ho avuto modo di esprimere pubblicamente anche abbastanza recentemente alla presenza di rappresentanti d’istituzioni che coprono ruoli importanti nel settore dell’ambiente come il senatore d’Alì (Palermo 28 ottobre 2011).
La speculazione edilizia ha fatto costruire anche all’interno del nucleo storico della nostra città palazzi grattacielo che male si sposano con la struttura del centro storico, ha permesso di realizzare in tempi recentissimi brutture architettoniche in luoghi che a noi persone della strada, che sappiamo collegarci in rete, sembravano essere nati in siti assolutamente non edificabili, secondo le informazioni riportate nella rete.
Lo sviluppo di questo territorio mi appare unicamente collegato con il recupero degli immobili già esistenti ed un rilancio delle attività agricole non elemosinando fondi per calamità naturali o altro, ma con le idee che solo dall’interno possono venire per rifare di questo settore il volano di sviluppo del territorio. Ho sempre detto pubblicamente che nessuno di noi potrebbe passeggiare in abiti eleganti per le vie del centro marsalese se nelle campagne non ci fosse chi ancora a costo di grandi sacrifici produce quella ricchezza che sostiene, di fatto, il territorio e tutte le attività professionali e artigianali.
Se consideriamo che oggi la possibilità dell’impiego pubblico è sempre più remoto, e se riuscissimo a non farci ingannare che non tutti possiamo diventare “manager” ed imprenditori, non dando attenzione a chi, materialmente, produce ricchezza, comprendiamo allora bene che nel territorio marsalese la ricchezza è prodotta in primo luogo dall’attività agricola e dalle filiere ad essa collegate.
Tanto si è sbagliato in passato pensando che, anche nella vendita dei prodotti vitivinicoli, anche quando il successo veniva faticosamente conquistato non altrettanto automatico fosse la pianificazione la distribuzione di tale valore aggiunto sugli operatori dell’attività agricola di base.
Quanto fin ora espresso mi spinge ad affermare dei semplici pensieri e a comunicarli a voi tutti, indicando alcuni punti cruciali che secondo me potrebbero interessare una gestione oculata del comune di Marsala, con l’obiettivo del benessere e dell’ulteriore miglioramento della qualità della vita.
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Marsala città agricola a rifiuti Zero: Sviluppo di micro e macro imprenditoria giovanile, rivolta al riciclaggio di qualsiasi materiale da aggiungere alle realtà già esistenti nel territorio, da realizzarsi anche nella zona artigianale già esistente e mai avviata verso l’utilizzo. Sarebbe promosso il riciclaggio di oggetti dismessi tra cui: arredi, RAEE, packaging (alluminio e plastica), la lavorazione e il recupero di materiali da abbigliamento dismesso ecc.
Marsala dovrebbe diventare la città in cui prevale la cultura dell’acquisto di materiale in funzione della sua utilità, in funzione del gusto e in funzione della possibilità del potenziale futuro riciclaggio. Come ad esempio arredare negozi e luoghi pubblici con mobili in arte povera piuttosto che con materiali difficilmente riciclabili.
In definitiva la città di Marsala dovrebbe diventare il primo Comune Siciliano a rifiuti Zero, dove tutto ciò che non serve più come tale possa essere riciclato e per lo meno trasformato in qualcosa che sia vendibile e fornisca ricchezza al territorio.
La breve esperienza di amministratore mi ha insegnato che i progetti a costo zero e che possono portare benefici alla collettività male sono accettati dalla politica. Oggi si effettua la raccolta differenziata per far pagare di più ai cittadini e per non essere certi del buon fine del riciclaggio dei rifiuti raccolti. In altre parti d’Italia si differenzia e si trasforma il rifiuto in energia elettrica facendo ricadere sui contribuenti non tasse ma benefici sotto forma di contributi per le giovani coppie per le nascite e aumento dei servizi messi a disposizione dei più bisognosi, degli anziani e dei bambini.
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Limitare nuove licenze edilizie in zone già fortemente antropizzate, favorendo pesantemente il recupero all’abitabilità di edifici situati nel centro storico ed abbandonati e di centinaia e centinaia di abitazioni sparse nelle campagne marsalesi ed in stato di abbandono, compresi decine e decine di splendidi bagli storici. Tutto ciò possibile attivando misure di fiscalità avvantaggiata per tutti i cittadini che decidono di ripristinare, abitare e affittare, a giusti costi, i locali presenti nel centro ed in periferia che si trovano attualmente in stato di degrado. Tutto ciò porterebbe a raggiungere un duplice obiettivo cioè di rendere più bella la città ed eliminare il pericolo che le strutture abbandonate recano alla comunità. Sanzionare in maniera esemplare non tanto i costruttori di piccole abitazioni, ma chi realizza e chi ha già realizzato palazzi là dove non era possibile.
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Ricreare il tessuto storico artigianale all’interno del centro storico che era costituito di sarti e sarte, calzolai, piccole falegnamerie, restauratori di mobili, artigiani del ferro battuto, rivendite di prodotti dell’artigianato locale, ma anche alla luce delle nuove normative sul rilancio dei prodotti tradizionali realizzando punti di vendita esclusivi di prodotti tipici marsalesi (De.Co., D.O.P., I.G.P.), punti di vendita esclusivi di prodotti caseari locali, botteghe di prodotti tipici dell’artigianato locale che commercializzano solo prodotti del marsalese, trapanese, siciliani e italiani, ristoratori con marchi di qualità comunali (De.Co, Miglio Zero) che utilizzino almeno in esclusiva i seguenti prodotti marsalesi e/o del trapanese (olii, vini, formaggi, prodotti ittici, aromi, sale e chiaramente solo pane tradizionale marsalese) il tutto a prezzi garantiti per gli avventori in accordo con il locale Assessorato alle Attività Produttive.
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Una politica di recupero del tessuto agricolo marsalese che rappresenta l’unica base per uno sviluppo reale sostenibile, strettamente collegato ad un miglioramento della qualità della vita, adottando politiche che diano visibilità ai nostri prodotti, alle nostre modalità di coltivare la terra, che permette la realizzazione di campagne perfettamente coltivare che offrono un’unica ed insostituibile cornice alle bellezze architettoniche e naturali, che il nostro territorio attualmente offre.
Il tutto associato a una reale promozione mai fatta fin ora per lo sviluppo delle energie alternative seguendo due linee:
1. la prima la realizzazione di impianti per lo sfruttamento di biomasse e di gas da scarti dell’agricoltura e dalle filiere agroalimentari per produrre energia utilizzabile nel territorio.
2. la seconda: la promozione di impianti fotovoltaici, di impianti mini eolico e il progetto di avere su ogni casa i pannelli solari. Dotare tutti gli edifici comunali di pannelli fotovoltaici, ripristinare l’illuminazione pubblica con lampade a basso consumo e con piccoli impianti fotovoltaici.
Queste ultime iniziative facendosi la casa comune fulcro promotore dell’incontro tra le aziende produttrici, gli enti finanziatori e gli utenti.
· Costruire a Marsala una rete di sostegno per diversamente abili, anziani e per i malati che possa offrire a domicilio servizio di assistenza e ristorazione in funzione della patologia.
· Marsala dovrebbe diventare una città dove, l’ultimo venerdì e sabato del mese, si realizzassero due notti bianche consecutive con spazi musicali, arti visive, di avvenimenti culturali, anche di cultura gastronomica (dove il vino associato per ogni evento a pietanze locali realizzate con ingredienti locali in cui il prezzo e la qualità sia garantita dall’Assessorato alle Attività Produttive del comune), cambiando ogni mese l’azienda vitivinicola e il produttore di tipicità (imbottigliatori di oli, produttori di formaggi, di pasta, di “rianata”, di pane etc..) che avrebbero la possibilità sul pubblico suolo di realizzare per due giorni punti di vendita e di promozione.
In definitiva fare di Marsala il centro reale del “enogastronomia Mediterranea”, essendo al centro di tutta quella cultura gastronomica che vede la provincia di Trapani come grande riferimento nazionale.
· L’industria vitivinicola si rilancia potenziando la cultura del bere, facendo di Marsala sede di una fiera internazionale del vino e dell’olio che ogni due anni possa presentare l’immagini dei vini e degli olii siciliani investendo sugli operatori internazionali e sulle catene che distribuiscono la qualità alimentare nel mondo.
· Un collegamento stabile tra Centri di Ricerca Universitari e Comune. Ad esempio coinvolgendo il Corso di Laurea di Enologia e Viticoltura dell’Università di Palermo, il Corso di Laurea in Scienze Gastronomiche dell’Università di Messina, il Dottorato di Ricerca in Scienze Enogastronomiche dell’ Università di Messina, le realtà dell’ agroalimentare marsalese perché queste, a costi politici, possano ricevere sostegno ed occasione di sinergie per uno sviluppo indispensabile per acquisire spazio nei mercati globali.
· Fare di Marsala un riferimento nazionale per le applicazioni delle normative mai attuate per il benessere degli animali, affinché gli amici dell’uomo ricevano lo stesso rispetto che è dovuto come ad ogni essere umano in ogni fase della sua esistenza. Tutto ciò e attraverso la realizzazione anche di canili e altri centri privati di assistenza a tutti gli animali abbandonati o in difficoltà. Attività finanziabili anche dagli utili ottenuti attraverso il risparmio energetico ed il riciclaggio dei rifiuti.
Il tutto porterebbe lavoro, legherebbe i giovani alla nostra terra senza il bisogno di lasciare la regione più bella del mondo e il comune di nascita.
Capisco che tutto ciò può sembrare molto difficile da comprendere a chi, da anni, svolge attività politica secondo schemi antichi collegati con l’ esigenze personali e non strettamente legate con le esigenze specifiche di una collettività.
Comprendo che è difficile parlare di tutto ciò alla vigilia di una competizione elettorale: valgono soltanto i desideri che prevalgono negli uomini, cioè di potere, di prevalere sugli avversari, di sete di rivalse che nessuna garanzia dà ai cittadini, di voglia di fortificare la propria presenza sul territorio; dall’altro canto, da parte dell’elettore, nonostante il cambiamento dei tempi, può prevalere la voglia di accontentarsi anche di avere un domani, semplicemente consiglieri e assessori amici, la persona a cui chiedere la piccola cortesia, magari ubbidendo a quel proverbio “meglio il cattivo conosciuto che il nuovo da conoscere” e rinunziando dunque a qualsiasi rinnovamento anche a quello che si proporrebbe in funzione di un solido rilancio delle antiche culture radicate nel territorio. Può prevalere nei partiti l’interesse a dimostrare la loro presenza sul territorio, non tanto per amore di un futuro migliore, ma per affermare, quasi in maniera auto referenziata, la propria maggiore presenza.
Ma può interessare chi parla nel 2012 di muri a secco e dell’importanza dell’agricoltura in un mondo industrializzato? A chi può interessare a Marsala il recupero del valore storico e dei profumi della vendemmia e la sacralità della raccolta delle olive, momenti di vita vissuti in famiglia che negli anni passati hanno sostenuto l’economia locale e regionale?
A maggior ragione che oggi in Italia anche un governo democraticamente eletto è stato scalzato, per volontà degli interessi della finanza internazionale, che oggi può decidere a tavolino di distruggere una dittatura, una democrazia, un continente o qualsiasi altra cosa e può decidere di affamare un popolo o di portarlo in un paradiso pagano dove solo il dio denaro conta e l’uomo, la sua religione, i suoi principi etici, il rispetto per il pianeta terra lasciano spazio all’egoismo in un mondo che neanche i pagani avrebbero mai potuto concepire.
Cosciente che oggi c’è in gioco non solo un’elezione Amministrativa, ma qualcosa che potrà, in questo splendido angolo della Sicilia incidere sul futuro della vita politica Regionale e Nazionale anche per una difesa o un’accettazione di quel cambiamento culturale che alcuni già pubblicamente dicono di voler far fare al popolo Italiano, secondo me sbagliando, quasi cancellando 2000 anni di civiltà e quasi un secolo di politiche sociali, che hanno costruito nel nostro animo la sicurezza di avere la protezione non solo di Dio ma anche di uno Stato Sovrano che operasse nell’interesse del benessere del cittadino.
Queste riflessioni nella speranza di contribuire, nel mio piccolo, ad occasioni di confronto di idee, di stimolo per un risveglio delle coscienze, per poter ricordare che la ricerca del bene comune deve superare i personalismi e confermare la mia disponibilità a contribuire con le mie idee a creare qualcosa di positivo per la città di Marsala.