Un social network è un luogo di scambio: di pensieri e di parole. Non certo di opere, nè di omissioni. Pertanto, anzichè sproloquiare in "mea culpa" per le perifrasi o per le cautele e gli eufemismi, ho risposto volentieri on-line a chi mi chiedeva di chiarire alcune mie opinioni che già ho diffuso riguardo al futuro della nostra Città.
Eccone un primo sunto, che potrebbe costituire intanto un “pentalogo” per i candidati, ovvero comunque una base di discussione per i cittadini.
1. Le nostre coste sono la risultante di ciò che hanno determinato TUTTI coloro che ci hanno (dis)amministrato negli ultimi 35 anni: cioè almeno a decorrere dalla legge che, nel 1976, istituì la fascia di rispetto dei 150 metri dalla battigia. Ripristinarne la bellezza e la balneabilità (che è possibile per tutta la fascia sud) sarà opera di chi ci governerà d'ora in poi. Le colmate non sono da demonizzare (basta visitare un po’ di Olanda o anche soltanto S. Benedetto del Tronto per capirlo). Gli scarichi a mare sono illegali e vanno individuati ed eliminati, non foss'altro perchè la depurazione è stata concepita a monte.
2. Sul riscatto del porto basterà far funzionare i presidi di legalità: basterà che gli organi preposti al controllo abbiano gli occhi aperti, verificando congruità dei prezzi, affidabilità dei materiali, funzionalità delle destinazioni. Ma non facciamo processi alle intenzioni: facciamoli partire, questi benedetti lavori !
3. Per la "resurrezione" della zona archeologica, sogno la... estinzione di tutte le Soprintendenze. Affidiamo i beni culturali al Comune e incentiviamo i privati ad investire su di essi (scavi, manutenzione, adibizioni museali, etc.) in vista di una possibile fruizione mondiale!
4. La ferrovia è sottoutilizzata (e lo so perchè ne sono un utente quotidiano) a causa della gestione paranoica e parassitaria di Trenitalia. Istituiamo la concorrenza anche in questi tratti locali, prima che (alla fine del … terzo millennio?) anche qui arrivi la TAV.
5. L'aeroporto di Birgi è degno di una dimensione da hub mediterraneo di tutte le compagnie low cost. Il suo nome DEVE comprendere anche Marsala e l’aerostazione va collegata alla linea ferrata. Il Palavetro - anzichè scelleratamente demolito - potrebbe ben essere riconvertito (per esempio in shopping center).
Sarà interessante vedere quante di queste idee saranno “plagiate” o comunque fatte proprie dai candidati (che saranno certo già indaffarati con i fac-simile e alle prese con la stesura dei loro programmi) e quante altre ne circoleranno.
Certo è che, dopo il 1860 e il 1943, anche nel 2012 il mese di maggio sarà (in un senso o nell’altro) determinante per la storia di Marsala. E forse anche per la sua … geografia.
Diego Maggio