I dati, che segnalano un sovraffollamento nelle carceri dell’isola di 2 mila detenuti, sono stati diffusi dal Dipartimento amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia. A Enna, con una capienza di 120 detenuti, sono rinchiuse 178 persone; a Gela, a fronte di una capienza di 48 persone, ve ne sono 67; a Piazza Armerina, dove la capienza è di 45 detenuti, ne sono presenti 93. A Siracusa, dove la capienza è di 309 persone, vi sono 488 reclusi. Il carcere di Termini Imerese, a fronte di una capienza di 77 persone, ne ospita 150; a Trapani, dove la capienza è di 324 persone, i detenuti sono 516.
A questo problema di fondo ne seguono altri strettamente collegati tra loro: scarsa igiene, carenza di organico della polizia penitenziaria, l’obsolescenza delle strutture. Spesso difatti in 7 metri quadri si sta in sei o in 12-14 persone, lontano dagli standard europei che prevedono per ogni detenuto almeno 7 metri quadri in cella singola e 4 in cella multipla.
I sindacati da più parti chiedono con fermezza una rivalutazione del lavoro della Polizia penitenziaria e una riforma che, partendo dalla risoluzione del drammatico problema della carenza di personale e dal sovraffollamento delle carceri, garantisca migliori condizioni al personale e ai detenuti e, dunque, maggiore sicurezza per la collettività.
Secondo un documento elaborato dai sindacati, sono 5.000 gli agenti di polizia penitenziaria in Sicilia, mentre la carenza di organico stimata è di 518 unità.
Lunedì ha visitato la struttura di Trapani Roberto Piscitello, ex pm della Dda di Palermo, oggi direttore generale presso il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap) come responsabile della gestione dei detenuti in regime di 41 bis. «Nel carcere di Trapani - ha dichiarato Piscitello dopo il sopralluogo
- la situazione non è malvagia. C’è un ordinario sovraffollamento. Tutto sommato le condizioni di detenzione sono buone. Ottimale è il rapporto tra carcerati e agenti di polizia penitenziaria, perché il numero degli agenti è sufficiente rispetto alle esigenze. Poi, la struttura è nuova. Le celle sono pulite, sistemate, con bagni separati. Molti detenuti, con i quali ho parlato, vanno a scuola, altri lavorano. Ci sarà, poi, anche un nuovo padiglione detentivo da 600 posti. Le condizioni non sono, dunque, quelle di altri istituti come, ad esempio, l’Ucciardone. Trapani, insomma, è un paradiso rispetto a tanti altri posti, dove ci sono situazioni
drammatiche. Qui, pur considerando che è sempre un carcere, non si sta malissimo».