Villa Royal, si aggravano le posizioni degli imputati. Nei guai anche i figli di Genna
L'ultima udienza è stata anche quella della prima testimonianza, il maresciallo Antonio Lubrano, capo della sezione di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza presso la Procura della Repubblica. E' stato lui che ha raccontato le indagini sulla struttura che (prima in contrada Dammusello e poi in contrada Cardilla) avrebbe operato «abusivamente» anche come casa di cura.
«L'ipotesi iniziale - ha detto il maresciallo Lubrano, che ha condotto l'indagine - era quella di estorsione in danno di dipendenti, accusa che poi non ha avuto più seguito. Ma scoprimmo il sequestro di persona e i maltrattamenti agli anziani».A Villa Royal, ha proseguito Lubrano, «erano ospitate persone non in grado di deambulare e non sane di mente». Il sottufficiale ha poi parlato dei controlli effettuati nella struttura di Dammusello da Asl e vigili del fuoco e di «fughe di notizie» alla vigilia delle ispezioni. In alcune occasioni, per sfuggire ai controlli, gli anziani venivano mandati in «gita» con pullman di un'azienda privata.
Accusati, a vario titolo, di sequestro di persona, abbandono di incapaci, maltrattamenti, somministrazione di farmaci guasti o non adeguati alle patologie, esercizio abusivo della professione sanitaria (prestate cure e terapie senza autorizzazione) e abusivismo edilizio, l'11 ottobre 2010 erano stati posti agli arresti domiciliari Baldassare «Enzo» Genna, assistente capo di Polizia poi sospeso dal servizio, la moglie Vita Maria Rallo e il fratello Giuseppe Genna. Furono, invece, denunciati Christian e Danilo Genna, figli della coppia Genna-Rallo.
Secondo gli inquirenti gli ospiti della centro venivano anche messi sotto chiave a fine giornata, in ambienti definiti dai magistrati una sorta di "lager", e sedati con il ricorso a psicofarmaci non prescritti da medici e scaduti. I vecchi presenti all'interno della struttura, sequestrata già nel febbraio di quest'anno, sarebbero stati una ventina e quasi tutti affetti da patologie neurologiche. Molti di loro, soprattutto quelli più malati, venivano abbandonati al loro destino; lasciati morire nelle loro stanze-celle tra topi ed escrementi. In base a quanto accertato dagli inquirenti, il declino della casa di cura, negli ultimi tempi, aveva fatto da contraltare ad un incremento del tenore di vita dei gestori del centro, che non si facevano mancare auto di prestigio, e grosse puntate in sale da gioco.
E nei guai sono finiti anche i figli di Genna, Danilo e Christian, di 20 e 23 anni. "Hai rovinato la mia famiglia, ti devo ammazzare!". Per queste minacce ed offese, sono sotto processo anche loro in Tribunale. Vittime di minacce e insulti da parte dei giovani fratelli Genna, la notte di San Silvestro tra il 2010 e il 2011, in contrada Colombaio Lasagna, alcuni ex dipendenti della casa alloggio per anziani, loro vicini di casa, testi «chiave» nel «processo Villa Royal». Le minacce di morte sarebbero state rivolte a Massimo Alacchi, alla cui moglie, Sonia, Danilo Genna (in «concorso morale» con Christian) avrebbe urlato: «Aprite, dov’è tuo marito? Lo dobbiamo ammazzare. Che ha fatto, si è nascosto? Fallo uscire…». E poi, rivolgendosi direttamente ad Alacchi: «È inutile che ti nascondi, tanto ti vengo ad ammazzare anche sul posto di lavoro ».
I due fratelli, inoltre, avrebbero scavalcato il muro di cinta della casa di Paola Maria. Danilo è accusato di essere anche entrato all’interno dell’abitazione. A calci e pugni, inoltre, avrebbero danneggiato le auto di Antonio Laudicina e Paola Maria. Imputato, per ingiuria, pure Benedetto Genna, zio dei due giovani, che il giorno di Capodanno a Massimo Alacchi avrebbe detto: «Infame».
A difendere i tre imputati è l’avvocato Edoardo Alagna.
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