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19/02/2012 21:01:58

Stop al pagamento per l’ingresso in chiesa

Eppure i vescovi hanno rilevato l'accoglienza per tutti quelli che desiderano entrare in chiesa «per pregare, per sostare in silenzio, per ammirare le opere d’arte sacra in esse presenti».
Finalmente, con una nota resa pubblica in questi giorni, si è voluto far chiarezza sull’argomento e, attraverso un pronunciamento ufficiale (naturalmente c’era bisogno), si è detto che la chiesa è un luogo sacro e non è ammissibile che per accedervi si debba pagare.
Una recente indagine della Cei, infatti, conferma che sull’intero territorio nazionale, si contano solo
59 chiese per accedere alle quali è chiesto il pagamento di un biglietto.
Anche nelle chiese della diocesi di Trapani (esempio a Erice) è avvenuto finora questo e di fronte alle rimostranze che si era diocesani, e si voleva entrare in chiesa per pregare, non c’erano motivazioni che reggevano: «Bisogna premunirsi del biglietto».
Il Consiglio della Cei ha stabilito che debbano comunque rimanere luoghi liberi dedicati alla preghiera poiché «L’apertura delle chiese è gratuita, in quanto luoghi dedicati primariamente alla preghiera comunitaria e personale».
«Questa regola - spiegano i vescovi - vale sia per le chiese di proprietà di enti ecclesiastici che per quelle dello Stato, di altri enti pubblici e di soggetti privati. Si applica anche alle chiese di grande rilevanza storico-artistica, interessate da flussi notevoli di visitatori: è fondamentale, infatti, che il turista percepisca di essere accolto nel luogo sacro e, di conseguenza, si comporti in maniera adeguata e rispettosa».
Tuttavia, si cerca di venire incontro ad alcune necessità pratiche, volte alla conservazione del bene architettonico, per cui il Consiglio della Cei ha chiarito che il principio generale di gratuità «non impedisce che si possa esigere il pagamento di un biglietto per la visita a parti del complesso chiaramente distinte dalla chiesa, quali, per esempio, la cripta, il tesoro, il battistero, il campanile, il chiostro o una singola cappella».

Salvatore Agueci