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18/02/2012 19:03:06

Scrive il segretario provinciale della Fillea Cgil sulla crisi dell'edilizia

Tremila addetti in meno, tra il 2008 e il 2012, rappresentano un dramma sociale fortemente sottovalutato, dramma che coinvolge lavoratori che non godono di ammortizzatori sociali adeguati, ma che indica al contempo la condizione di una economia piegata su se stessa, che non si riconosce nessuna capacità di reazione, che non riesce a farcela da sola.
Le scelte del Governo nazionale in materia di politiche economiche per raggiungere l’equilibro di bilancio contenendo la spesa pubblica e, conseguentemente, gli investimenti per gli appalti di opere pubbliche, si sono perversamente collegate al crollo dell’edilizia privata causata dalla restrizione del credito da parte delle banche.
E così un settore che è tradizionalmente considerato come anticiclico, capace cioè di rimettere in moto l’economia e l’occupazione, si trova, invece, paralizzato dalla crisi, rappresentando esso stesso un freno alla ripresa dell’economia.
Nel dicembre 2009 le Organizzazioni sindacali del settore delle costruzioni di Cgil, Cisl e Uil assieme al sindacato delle imprese edili aderenti a Confindustria, agli ordini professionali, ai principali enti appaltanti, alle Amministrazioni pubbliche, all’Inps, all’Inail, all’Ispettorato del lavoro, avendo previsto che il ciclo economico stava cambiando, dopo anni di ininterrotta crescita, sottoscrissero, con il coordinamento della Prefettura di Trapani, il “protocollo per lo sviluppo, l’occupazione e la sicurezza nei cantieri edili” con l’intento di contrastare anche il lavoro nero e l’illegalità.
Credo che non vi siano scorciatoie, ma che si debba ripartire dai contenuti di quel protocollo dall’ambizioso titolo, impegnarsi per la sua reale attuazione, per rendere maggiormente responsabili coloro i quali lo hanno liberamente sottoscritto e che hanno il dovere e la responsabilità di fare ciascuno la propria parte.
Occorre sbloccare subito le risorse disponibili per avviare le piccole opere di manutenzione e di arredo urbano, i piccoli cantieri per le opere a difesa del territorio, per l’edilizia scolastica e gli appalti che sono in grado di generare economia diffusa e occupazione.
Chiediamo agli enti appaltanti, i Comuni e la Provincia regionale di Trapani di accelerare i tempi delle procedure delle gare di appalto, di ridurre il lasso di tempo che intercorre dall’aggiudicazione alla consegna dei lavori e l’iter delle concessioni edilizie e delle autorizzazioni, invitiamo le aziende che provengono da altre Provincie a tenere conto delle maestranze locali rispondendo al bisogno di occupazione dei lavoratori edili del territorio trapanese.
Questo è anche l'appello lanciato nel corso dell’iniziativa "Ripartire dal lavoro, investire nell'edilizia - per il rilancio del settore edile, per affrontare la crisi e creare occasioni di lavoro legale e sicuro", promossa dalla Fillea Cgil, dalla Filca Cisl e dalla Feneal Uil, che si è tenuta lo scorso 11 febbraio a Trapani.
Per rimettere in moto il settore delle costruzioni tutti i soggetti si devono adoperare sinergicamente per affrontare e contrastare la crisi e per restituire libertà e dignità alle persone, rafforzando, così, le ragioni di una comunità che si riconosce nel lavoro e nella legalità.

Il segretario provinciale della Fillea Cgil
Franco Colomba
 



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