Liliana D'Angelo, imprenditrice trapanese che lo scorso anno ha denunciato alla magistratura di essere stata vittima di un raggiro, esterna preoccupazione. "Ho ricevuto delle minacce affinchè ritirassi le denunce. La donna, nei giorni scorsi, si è pure rivolta al presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, a cui confida "l'angoscia di temere per l'incolumità personale".
Nel dicembre del 2009, la donna ha stipulato un accordo di integrazione industriale tra la sua società - la "Gftel Srl" (che si occupa di prestazione di servizi di consulenza tecnica economica), e la "Future Space". L'accordo prevedeva l'impegno da parte della "Future Space" ad assumersi e gestire le passività della "Gfter Srl".
L'imprenditrice ha denunciato che i debiti della sua società non sono mai stati saldati e che le quote societarie sono state vendute - "con atti formalmente leciti, ma sostanzialmente criminosi compiuti ai miei danni" - a due soggetti pregiudicati con interessi in Slovenia, ad un prezzo irrisorio. Una manovra che l'imprenditrice trapanese definisce "fraudolenta" e che "ha pregiudicato", tra l'altro, "la possibilità di potere recuperare l'attività ceduta". Secondo la D'Angelo, la vendita "ha prodotto una fittizia perdita di capitale della Future Space", consentendo ai titolari di azzerare il capitale sociale e, di fatto, "di estromettermi".
L'anno scorso l'imprenditrice ha denunciato per truffa aggravata i titolari della società alla Procura di Trapani e per infedeltà patrimoniale ed impedito controllo al Tribunale civile di Roma. Nella lettera inviata al presidente di Confindustria Sicilia, scrive di "poteri forti" che ci sarebbero dietro il gruppo imprenditoriale che l'ha raggirata.
Gente spavalda. Uno di loro avrebbe detto alla D'Angelo, a proposito delle denunce, "non mi preoccupo minimamente, tanto i giudici si pagano". L'imprenditrice riferisce inoltre a Lo Bello di aver subito anche "la beffa" di aver appreso dagli indagati che il fascicolo è stato trasmesso dalla Procura di Trapani a quella di Roma, "con una fuga di notizie dalla Procura di Trapani".
La Procura di Trapani, ha avviato accertamenti, anche in ordine a quella che viene definita, nella missiva della D'Angelo, una fuga di notizie. Sul trasferimento del fascicolo a Roma, la Procura trapanese puntualizza che si tratta di un aspetto tecnico legato alla competenza territoriale. Liliana D'Angelo - che come il padre Salvatore ed il fratello Giuseppe, ha interessi nel campo della nautica - è sposata con l'imprenditore Roberto Culcasi, che si occupa di prodotti alimentari surgelati, e quattro anni fa, era finita sotto processo con l'accusa di ricoprire il ruolo di direttore della riserva delle Egadi, senza avere i requisiti e di aver attestato falsamente il raggiungimento degli obiettivi previsti dal programma di gestione. È stata poi assolta perchè il fatto non sussiste.