L’uomo condannato all’ergastolo viene assolto dopo 21 anni dalla sentenza diventata definitiva nel 1990. Oltre al Gullotta sono stati considerati complici Gaetano Santangelo e Vincenzo Ferrantelli, sulla base delle accusse fatte da Giuseppe Vesco ritenuto la “mente operativa” dell’eccidio, quest’ultimo si è suicidato successivamente nel carcere di S.Giuliano di Trapani in circostanze misteriose.
Soddisfatti gli avvocati Baldassare Lauria e Pardo Cellini, che lo hanno assistito in questa lunga battaglia legale: “Gulotta è stato vittima di un gioco di potere. Anche se nessuno potrà mai cancellare lo stravolgimento della sua vita, oggi, questa, è una sentenza che fa giustizia”.
Nel frattempo è in corso il processo di revisione a carico di altri due soggetti.
Giuseppe Gulotta aveva 18 anni quando venne prelevato e portato nella caserma dei carabinieri di Alcamo come sospettato dell'omicidio di due militari dell'Arma. Venne picchiato e seviziato per ore finché non confessò quello che non aveva fatto. Poi ritrattò invano. Il processo nel '90 con la condanna a vita. Nel 2007, con il pentimento di uno dei carabinieri che parteciparono all'interrogatorio, il nuovo processo e, oggi, la sentenza: "Non è colpevole. Lo Stato deve restituirgli libertà e dignità".
Da oggi non è più un ergastolano, non è l'assassino che il 26 gennaio del 1976 avrebbe ucciso, assieme ad altri complici, due carabinieri, Salvatore Falcetta e Carmine Apuzzo, in un attentato alla caserma di Alcamo Marina.
Gli altri carabinieri, oggi quasi tutti molto anziani, hanno fatto qualche ammissione o si sono rifiutati di rispondere. Ma la giustizia ha trovato elementi sufficienti per il processo di revisione e per questa assoluzione che, inevitabilmente, dovrebbe aprire la strada a un congruo risarcimento per gli imputati. Anche per gli altri due condannati, Vincenzo Ferrantelli e Gaetano Santangelo, fuggiti all'estero prima che la condanna diventasse esecutiva, ci sarà adesso la revisione.