L'accusa è quella di falso e truffa: si assentavano dal posto di lavoro illegittimamente. L'indagine è stato condotta dalla Guardia di Finanza, ed i fatti risalgono al 2008. Tra i difensori degli indagati, gli avvocati Paolo Paladino, Stefano Pellegrino e Vito Cimiotta.
Secondo la Procura, i dipendenti sarebbero responsabili di irregolarità negli orari di entrata e di uscita dagli uffici di competenza, di assenze ingiustificate e di artifici vari nel computo degli "straordinari".
Coinvolti sono dirigenti, istruttori tecnici e lavoratori socialmente utili in servizio presso la Soprintendenza Regionale ai beni culturali di Trapani, alcuni dei quali distaccati presso Baglio Anselmi di Marsala.
Durante le perquisizioni al museo Baglio Anselmi, la Guardia di Finanza allora ritrovò diversi duplicati di tesserini magnetici, perfettamente funzionanti e che recavano i dati di altri dipendenti complici.
Da un controllo emerse che in quattro mesi furono effettuate dal telefono dell’ufficio circa novemila telefonate a utente di rete fisse e cellulari intestati ai dipendenti ed ai loro familiari
Il tema dell'assenteismo nel pubblico impiego ritorna d'attualità dopo le ultime denunce fatte dalla Guardia di Finanza, e dopo che si è scoperto, addirittura, nei giorni scorsi, il caso di un un impiegato comunale di Petrosino che non solo si assentava senza permesso dal luogo di lavoro, ma lo faceva per andare a riscuotere la pensione della madre, morta da quattro anni. Una doppia truffa, insomma.
Attualmente per truffa e falso sono indagati anche 12 tra impiegati e funzionari dell'Agenzia delle Entrate di Marsala, sempre su indagini della Procura della Repubblica. In questo caso le osservazioni sono state fatta con le microtelecamere, che hanno registrato entrate ed uscite di tutti i 55 impiegati di Marsala dall'Ottobre del 2010 al Febbraio del 2011. Tra loro spicca anche un impiegato che pare abbia totalizzato nel periodo esaminato ben 19 ore di assenza.