L’incontro svoltosi a Palermo si è concluso con un nulla di fatto. Nessuna soluzione è stata trovata per risolvere le problematiche del settore. Gli operatori, vessati dal caro carburante, dalle nuove normative comunitarie, dall’elefantiaca burocrazia delle istituzioni, sono estremamente critici nei confronti del governo regionale.
«La Politica, come sempre - scrivono in una nota - ha manifestato la totale distanza dalle reali esigenze di un importantissimo comparto produttivo quale quello della pesca. Appare necessario che gli organi politici si assumano le proprie responsabilità. Si deve assistere ad un reale coinvolgimento degli operatori del settore». Gli operatori della pesca ritengono indispensabili «le dimissioni dell’assessore, del suo ufficio di gabinetto e il rinnovo dei consulenti regionali assolutamente non in grado e del tutto incapaci di fornire concrete risposte».
«Non possiamo più - scrivono i pescatori - ascoltare false giustificazioni che vedono nelle istituzioni europee e nazionali la causa di tutti i nostri problemi. La Sicilia, in quanto gode di autonomia in materia di pesca, deve senza più alcun indugio rispondere a tutte le necessità del settore».