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27/01/2012 08:07:36

Mafia e ortofrutta. Sei arresti. In manette il marsalese Gagliano. Tre anni agli Sfraga. Sequestro di beni ai Messina Denaro

I provvedimenti sono stati emessi dalle sezioni Misure di prevenzione dei Tribunali di Palermo e Trapani al termine di articolate indagini patrimoniali condotte dal gruppo di investigazione sulla criminalita' organizzata del nucleo di Polizia tributaria del capoluogo siciliano.

Salvatore Messina Denaro, funzionario di banca, era stato arrestato nel marzo del 2010, quale reggente della famiglia mafiosa di Castelvetrano, per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso e trasferimento fraudolento di valori, nell'ambito dell'operazione ''Golem fase II''.

A suo carico sono stati sequestrati una societa' operante nella distribuzione alimentare con sede a Castelvetrano (Trapani), due terreni a Campobello di Mazara (Trapani), un'auto Mercedes e disponibilita' bancarie per oltre 300.000 euro complessivi.

12,30 - Il Tribunale di Napoli, al termine del processo istituito con il rito abbreviato, ha condannato i fratelli Sfraga a tre anni di reclusione ciascuno. Nel processo si era costituita parte civile anche l'Associazione Antiracket di Marsala, rappresentata dall'avvocato Giuseppe Gandolfo.

11,20 - Quattro delle sei ordinanze eseguite oggi dalla squadra mobile di Caserta e dal centro operativo della Dia di Roma sono state notificate in carcere nei confronti di Nicola Schiavone, 32 anni, figlio di Francesco, soprannominato "sandokan", Antonio e Massimo Sfraga, rispettivamente di 45 e 38 anni, e Gaetano Riina, 78 anni, fratello di Salvatore Riina. In manette, invece, sono finiti Carmelo Gagliano, 45enne di Marsala  e Pasquale Coppola, 24 anni, nato a Pollena Trocchia (Napoli). Tutti sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, illecita concorrenza, detenzione e porto illegale di armi da guerra, reati aggravati dalla metodologia mafiosa

10,45 - Le sei persone alle quali questa mattina la Squadra Mobile di Caserta ha notificato ordinanze di custodia cautelare nell'ambito di un'indagine sull'alleanza tra clan dei Casalesi e mafia sono le stesse per le quali, nelle scorse settimane, il tribunale del Riesame aveva annullato la misura ritenendo che il gip Pasqualina Paola Laviano avesse copiato e incollato la richiesta della Procura. I provvedimenti di questa mattina sono stati emessi dallo stesso gip cui i pm avevano inoltrato nuova richiesta dopo l'annullamento.
Ed è attesa per oggi la sentenza del processo con rito abbreviato che hanno scelto alcuni degli arrestati. Tra loro ci sono i fratelli Antonio e Massimo Sfraga, ritenuti vicini al boss latitante Matteo Messina Denaro. Il processo si è svolto nell'aula bunker del carcere di Poggioreale. Per il rito abbreviato hanno optato poco più dei 40 delle circa 60 persone coinvolte nell'inchiesta sui rapporti tra mafia e camorra di cui è titolare il pm Cesare Sirignano. Le indagini hanno evidenziato la strategica alleanza conclusa tra la camorra casertana e imprenditori siciliani organici alla cosca Riina-Messina Denaro per mettere le mani sull'Eldorado dell'ortofrutta. Il fine ultimo era quello di conquistare il controllo delle tratte dei camion da e per i mercati siciliani verso quelli campani e verso lo strategico mercato di Fondi-Latina.

10,15 - I reati contestati sono associazione mafiosa, illecita concorrenza, intestazione fittizia di beni e traffico di armi. Il clan dei Casalesi, in cambio del monopolio dei trasporti in favore di una ditta appartenente a elementi di vertice dell'organizzazione, garantiva a imprenditori del commercio all'ingrosso organici alla mafia, la possibilità di vendere i prodotti ortofrutticoli provenienti dalla Sicilia in regime esclusivo sui mercati campani e del basso Lazio, profondamente condizionati attraverso la forza di intimidazione della camorra. Svelato anche un ingente traffico di armi, acquistate nell'Est Europa dai Casalesi, realizzato utilizzando gli autotreni delle imprese di trasporto controllate e gestite dalle organizzazioni camorristiche.

09,00 - La polizia sta eseguendo sei arresti, ordinati dal gip di Napoli, nei confronti di appartenenti al clan dei Casalesi e alla famiglia mafiosa Riina-Messina Denaro. Per gli inquirenti camorristi e mafiosi si sono alleati per conquistare il controllo dei trasporti e dell'ingrosso ortofrutticolo sull'asse Sicilia-Campania-Lazio. Tra i destinatari delle misure, Nicola Schiavone, figlio del capo dei Casalesi, e Gaetano Riina, fratello di Totò. Non è una novità. Già in altre due precedenti operazioni di polizia si era accertato di questo accordo della camorra con la mafia e le 'ndrine per controllare tutta la filiera ortofrutticola del Sud Italia, dalla produzione ai trasporti.

Casalesi e capi di Cosa Nostra  volevano conquistare il controllo monopolistico dei trasporti su gomma e della commercializzazione all'ingrosso di prodotti ortofrutticoli sull'asse Sicilia-Campania-Lazio, sulle tratte da e per i mercati dell'isola verso quelli campani e verso lo strategico mercato del Mof di Fondi. E' quanto emerso dalle indagini condotte dalla squadra mobile di Caserta e il Centro Operativo Dia di Roma.



Antimafia | 2024-09-26 06:00:00
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