Quantcast
×
 
 
23/01/2012 05:08:17

Gli altri agricoltori: "Quelli dei forconi ci hanno messo in ginocchio". Danni per 50 milioni

Rivolgiamo quindi un appello agli autotrasportatori: si deve interrompere ogni protesta a oltranza che rischia di mettere una categoria contro l'altra, provocando un danno inestimabile per l'intera economia dell'Isola e svilendo i motivi che hanno spinto migliaia di lavoratori in strada".
Lo afferma Giulia Adamo, capogruppo dell'Udc per il Terzo Polo all'Ars.
"Abbiamo partecipato ieri ad una riunione urgente a Palazzo dei Normanni - prosegue Adamo - domani Sala d'Ercole affronterà il problema. Unico rammarico vedere un presidente della Regione che ancora tentenna. Va convocata immediatamente una riunione di giunta ma soprattutto vanno avviate tutte quelle misure che possono dare una boccata d'ossigeno al settore dell'agroalimentare. Ci sono fondi europei bloccati, c'è una legge approvato dall'Ars che attende soltanto di essere applicata. La politica siciliana ha il compito e il dovere di rappresentare a Roma, in tempi brevi, le istanze di coloro che protestano".
 

09,00 - Almeno un obiettivo i "forconi" e gli autotrasportatori che da giorni stanno protestando in Sicilia un successo lo hanno ottenuto: hanno messo in ginocchio l'agricoltura dell'isola. Il mancato arrivo del carburante, la merce deperita nei magazzini, le forniture mancanti sono stati per l'isola un colpo micidiale. E adesso chi paga? A cosa è servito protestare se non ad inguaiare di più chi nell'isola cerca solamente di fare bene ed onestamente il proprio mestiere?

Ammontano ad almeno 50 milioni di euro i danni causati nell’agroalimentare dallo sciopero dei Tir in Sicilia nell’ultima settimana. E’ questo il bilancio provvisorio tracciato dalla Coldiretti che sottolinea l’importanza della ripresa del trasporto merci nell’ Isola ma evidenzia che al danno economico immediato va aggiunta la perdita di credibilità con la grande distribuzione europea pronta a sostituire il prodotto Made in Italy con quello proveniente da Paesi come la Spagna e Israele, diretti concorrenti della produzione siciliana nell’ortofrutta. “Sugli scaffali dei supermercati dell’isola e in quelli nazionali ed europei – sottolinea la Coldiretti – mancano i prodotti siciliani perchè i mercati ortofrutticoli sono bloccati e decine di migliaia di litri di latte sono rimasti fermi nelle stalle, nei caseifici e nelle autocisterne e dovranno essere buttati con danni enormi per gli allevatori che devono assumersi anche il costo dello smaltimento”. “Perdite consistenti si registrano – precisa la Coldiretti – per tutti i prodotti deperibili come i fiori con l’impossibilità di effettuare le spedizioni necessari per raggiungere i clienti fuori dell’isola. La situazione di difficoltà delle aziende agricole siciliane evidenziata dalla protesta è reale ma la crisi in queste condizioni rischia di aggravarsi e – conclude la Coldiretti - occorre agire subito e con responsabilità avviando un tavolo permanente tra Governo, Regione e rappresentanti di categoria”.

La situazione in Sicilia dovrebbe tornare alla normalità. Anche ieri si sono registrate lunghe code per i carburanti, con attesa di ore, automobilisti nervosi, e le forze dell'ordine sono dovute intervenire per mettere pace in diverse risse. La nuova settimana inizia infatti come si è chiusa quella precedente, con poca benzina nei serbatoi dei siciliani. Eduardo Brancato, segretario regionale della Figisc, la federazione che raggruppa i gestori degli impianti di carburante, prevede infatti che occorreranno altre 36 ore per il ritorno alla normalità .''In Sicilia – afferma - dove ci sono 2.400 impianti, ci vorranno oltre 25 milioni di litri di carburante e le autobotti possono portare al massimo 36.000 litri per viaggio, ma autisti e cisterne non sono illimitati”.

 

Dunque, serve solo pazienza, entro domani la situazione dovrebbe normalizzarsi. Simile la condizione dei supermercati, dove parte degli scaffali rimane vuota in attesa dei rifornimenti che sono già in corso. I tir, carichi di prodotti destinati alla grande distribuzione, hanno ripreso a viaggiare da sabato, scendendo per lo stivale in direzione Sicilia, per rifornire quanto prima piccoli e grandi negozi.

Queste le richieste del movimento Forza d'Urto:

1 Defiscalizzazione del carburante;
2 Miglioramento e tutela del tenore di vita e delle condizioni generali delle famiglie insistendo su una riforma sul controllo dei costi fissi delle
utenze ed i bisogni fondamentali (metano, acqua, energia elettrica);
3 Rilascio del Durc anche in presenza di pendenze che verranno regolarizzate con un piano di rientro (Serit, Empaia, Inps) in anni 10 con
interesse legali e senza spese aggiuntive;
 4 Abolizione dell’Imu sui fabbricati rurali ed insediamenti produttivi che interessano il prodotto locale;
 5 Dotare la Crias di maggiori risorse finanziarie da destinare al mondo agricolo e delle pmi;
 6 No agli interessi usurai della Serit, blocco per due anni delle cartelle esattoriali;
 7 Arginare con leggi che limitino le strategie commerciali messe in atto dalla Grande distribuzione organizzata;
 8 Leggi ferree per scongiurare il taroccamento dei prodotti e intenso monitoraggio della Finanza sui traffici merci;
 9 Applicazione di una tassa per chilogrammo agli importatori di ortofrutta, devolvendo tale introito ad un fondo di riserva per l’agricoltura e la pesca;
10 Abolizione sconti che la grande distribuzione richiede alle imprese commerciali e pagamenti più celeri secondo il modello francese;
11 Perequazione dei maggiori costi di produzione che sostengono le aziende;
12 Erogazione immediata di tutte le spettanze delle calamità naturali;
13 Una legge in base alla quale nei supermercati si limiti la presenza di prodotti ortofrutticoli ed ittici di provenienza non siciliana.