È chiaro che se un giornalista prende soldi dalle persone delle quali parla nei suoi articoli non può mai essere libero! Fate disinformazione e su Grillo scrivete cose non vere. Ma quanti soldi ha guadagnato marsala.it in questi anni tramiti la politica? Ora appoggia Ombra. Perché ? Quanto avete guadagnato con Ombra in questi anni? O Perché non rendete noti i vostri incassi? Gradirei risposta a queste domande: Marsala.it riceve contributi dalle istituzioni o direttamente da politici? Marsala.it ha avuto commissionati lavori per ingenti somme da istituzioni o politici? Sarei curioso di conoscere la risposta e di verificare se gli attacchi di questo sito di bassa lega sono fatti solo a chi, come Grillo, non vi ha mai fatto "mangiare" o anche a chi vi ha riempito le tasche.
Luigi
Gentile corrispondente,
cominciamo dall’abc. Come funziona un giornale. Siamo abituati male, lo so: ci sono giornalisti che cercano pubblicità e pubblicitari che dettano gli articoli, addetti stampa che scrivono finte inchieste e altre testate che hanno gettoni e contributi che le tengono in vita e che ne falsano il ruolo. Ma un giornale, questo giornale, funziona pressappoco così: c’è un direttore, una redazione, ci sono dei collaboratori. Noi, tutti, scriviamo. Poi c’è un ufficio amministrativo, un editore, un commerciale. Loro, tutti, fanno i contratti e seguono la pubblicità. Io, per dirla tutta, so degli inserzionisti di www.marsala.it o di Rmc 101 perché vedo i banner o ascolto la pubblicità. L’editore sa quello che noi scriviamo ogni giorno dalle sette del mattino in poi, come tutti. On line. Tante volte si incazza: ma non potevi dirmelo, prima di scrivere questo, questo e questo… No. Perché io non chiedo conto dei contratti, e tu non chiedi conto di cosa scrivo. E’ la regola. E’ la pazzia. Funziona.
Non sapete quante volte sono stato avvicinato da un politico che mi dice: abbiamo un contributo per te. E io replico sempre la stessa cosa: non me ne occupo, mi dispiace. Non so neanche quanto costa, un banner o uno spot.
Eppure ci si ostina sempre a pensare che noi scriviamo le cose perché qualcuno ci paga, e quindi dobbiamo rendere conto al nostro “padrone”.
Lasciatemelo dire: se davvero qualcuno ci paga, è un coglione.
Dovrebbe essere Ombra, ma non mi ricordo di una pubblicità Airgest su Marsala.it (potrei sbagliarmi, ma proprio non ricordo). E il sondaggio di marsala.it sui “venti” e l’”officina” dà al primo posto coloro che ritengono questa operazione “manovrata”…
Dovrebbe essere il Pd. Eppure siamo stati i noi i primi e i soli a sollevare la questione morale del Sindaco di Campobello, Ciro Caravà, circa due anni fa. E’ stato arrestato a Dicembre. Siamo noi che abbiamo chiesto pubblicamente – ed inutilmente – le primarie per il centrosinistra.
Dovrebbe essere l’Udc di Giulia Adamo. Peccato che in redazione ancora si ricordano di quando Giulia Adamo se ne andò urlando nel bel mezzo di un’intervista perché non condivideva alcune mie domande. E siamo stati i primi a scrivere dell’accordo innaturale tra il Pd e l’Udc per candidarla Sindaco a Marsala.
Dovrebbe essere il Sindaco di Marsala, Renzo Carini, allora, a pagarci sottobanco. Lo stesso che – facendoci un grande complimento, involontariamente – l’ultima volta che lo abbiamo intervistato ha sbottato così: “Non ce la faccio più. Ogni giorno un articolo contro la mia amministrazione. Vi prego, quando non sarò più Sindaco, dimenticatemi”.
Dovrebbe essere il Presidente della Provincia, Mimmo Turano, che però ha in www.marsala.it il solo organo di stampa che pubblica e commenta le spese della Provincia di Trapani. Ed infatti, con vendicativo garbo, fa pubblicità dappertutto tranne che sulle nostre testate.
Dovrebbe essere Antonio D’Alì (giuro! Una volta uno mi ha scritto: si vede che lei è pagato da D’Alì…). Peccato che anche D’Alì sia spesso oggetto delle nostre inchieste.
Dovrebbe essere l’Mpa di Paolo Ruggirello, che ci ha accusato di “fargli del male” giusto qualche giorno fa.
Continuo?
Il fatto che in giro ci si vende per poco (ed è sorprendente quanto il poco sia davvero poco, pochissimo), non significa che tutti siamo in vendita.
Noi raccontiamo le cose perché ci piace raccontarle, fanno notizia, sono storie. E sono vere. Se qualcuno si ritiene calunniato in Italia ha tanti modi per difendersi, dalla smentita alla querela. Riceviamo in media una querela al mese (quest'anno pare già due), non ne abbiamo mai persa una. Nello specifico, Massimo Grillo potrà essere nominato consulente anche per 500.000 euro. Non ci interessa. Tutta salute. Ma lasciatecelo raccontare. Non è un fatto personale. Lo racconteremmo pure se fosse un altro, e non Grillo.
Perché ridurre tutto sempre a cortile, fatto personale, lite? E’ invece una questione di mestiere. E io chiedo rispetto per il nostro mestiere. Lo difendo a petto in fuori e mascelle serrate dall’attacco di chi, spesso, parla perché un mestiere non ce l’ha mai avuto. Perché la responsabilità non sa neanche cos’è. E non dovreste scandalizzarvi per noi che scriviamo certe cose. Dovreste scandalizzarvi sul fatto che non le scrivono anche gli altri.
Grazie dell’attenzione, e continui a seguirci.
Giacomo Di Girolamo