Quantcast
×
 
 
21/01/2012 08:51:40

Castelvetrano: campetti di calcio sopra i rifiuti tossici

 

Si dice che sarà una boccata d’ossigeno per tante famiglie, ma da quelle parti la gente da tempo è costretta a respirare qualcosa di molto diverso dall’ossigeno: l’amianto. Una sostanza contenuta nei vecchi recipienti e nelle vecchie coperture per i tetti, ormai tristemente famosa, in grado di provocare incurabili tumori alle vie respiratorie.

La quantità di Eternit, abbandonata nelle vicinanze delle abitazioni popolari, è davvero impressionante. I manufatti sono quasi sempre rotti o fatti a pezzi, alla mercè dell’azione erosiva del vento, in una serie di discariche a cielo aperto insieme ad altri rifiuti speciali di vario tipo.

 

Tutto è documentato in un lungo video realizzato dal comitato di quartiere, nato alcuni mesi fa, anche con l’aiuto di don Baldassare Meli, il parroco della chiesa Santa Lucia.

Il 15 gennaio scorso, l’oratorio della parrocchia era già addobbato con i festoni di carnevale per i bambini, ma le immagini che scorrevano dal video non erano affatto uno scherzo. E a spiegare ai cittadini del quartiere gli effetti devastanti dell’eternit c’era anche l’oncologo Gaspare Lipari: “L’eternit contiene amianto che può determinare tumori, anche se inalato in concentrazioni minime. A Casale Monferrato c’era una fabbrica in cui si costruivano questi manufatti in cemento-amianto. I morti per tumore della pleura sono aumentati nel raggio di ben 30 chilometri dalla fabbrica, non solo tra gli operai, ma anche tra quei cittadini che con la fabbrica non avevano mai avuto niente a che fare. Quei recipienti di eternit fatti a pezzi e abbandonati a 100 metri da casa vostra – ha proseguito - non sono quindi per niente lontani. Non dovete considerarli da un'altra parte, perché è come averli dentro casa. Io stesso, che abito in linea d’aria a meno di 20 chilometri da qui, sono preoccupato. Anche perché il tempo tra l’inalazione delle particelle e lo sviluppo del tumore è molto lungo, potendo anche arrivare a trent'anni”.

 

Insomma, una bomba silenziosa, in grado di uccidere senza far rumore.

E a minacciare un aumento del rischio ci si mettono anche gli incendi. “Nel filmato si vede che vicino l’eternit sono state abbandonate anche delle cataste di legna – ha aggiunto il dottor Lipari - Questo moltiplica il rischio per un milione di volte perché, se si creano incendi, queste lastre cominciano a disfarsi in modo molto più rapido e il vento trasporta le polveri nelle nostre case.

Non voglio creare allarmismo, a Castelvetrano non c’è un rischio tumorale maggiore rispetto a quello delle altre città italiane, ma le cose che ho visto nel filmato sono terribili e in una società civile non dovrebbero esistere. Se, come cittadini, ci si preoccupasse di qualche festicciola in meno o di qualche fuoco d’artificio in meno…”.

Ad ogni modo, se per la riqualificazione del quartiere sono previsti 11 milioni di euro, al momento pare non ci siano soldi da utilizzare per la bonifica. In tal caso si potrebbe assistere ad un orrore tutto meridionale, fatto di strutture sportive costruite proprio vicino all'amianto, con i bambini che respirerebbero a pieni polmoni un’aria che a distanza di anni potrebbe presentar loro un conto salatissimo.

 

Il pericolo però non viene solo dall’aria e da ciò che è visibile, perché anche il sottosuolo in quella zona ha le sue potenzialità oscure. Proprio dove dovrebbe sorgere la struttura sportiva, ovvero alle spalle del distributore di benzina Esso, ci sarebbero almeno due cave, riempite con rifiuti pericolosi durante i primi anni novanta. Il racconto dell’avvocato John Li Causi, vissuto a lungo nel quartiere Belvedere, è come un pugno nello stomaco:

“Ho saputo delle strutture che si vogliono fare qua, in particolare dietro il distributore Esso. Conosco la storia di questo quartiere, perché ci ho vissuto per circa vent’anni e perché, avendoci tanti parenti, continuo a frequentarlo anche adesso. Tra il ’92 e il ’93 c’erano delle cave dietro il benzinaio: una di 30 metri per 25, profonda almeno 20 metri e l’altra più piccola, che sono state riempite con rifiuti di ogni sorta. Arrivavano circa 20 camion al giorno a scaricare dentro le cave. Un giorno, con un mio amico siamo scesi giù a vedere e dentro c’era una specie di corridoio, un’apertura in una parete in basso, profonda una decina di metri, da dove veniva fuori un odore pessimo. Abbiamo trovato un lago di calce con centinaia di fusti da dieci litri con la scritta ‘contiene mercurio’, oltre a decine e decine di batterie di macchina e un’incredibile quantità di eternit. Ricordo che all’epoca furono informati, anche se solo verbalmente, sia alcuni consiglieri comunali che la polizia municipale. Ma non si è mai mosso nulla. Siccome oggi, proprio su queste cave, dovrebbe sorgere una struttura sportiva per bambini, bisognerebbe quantomeno andare a dare un’occhiata”.

 

E quali danni provoca il mercurio?

“Il mercurio può provocare facilmente tumori al sangue, specialmente nei bambini – ha risposto l’oncologo Lipari - Se proprio lì sopra dovesse sorgere una struttura sportiva e le cose stessero davvero come ce le ha raccontate l’avvocato, io una riflessione la farei”.

 

E di riflessioni da fare ce ne sarebbero più di una, dal momento che ci troveremmo davanti ad un vero e propriotraffico illecito di rifiuti tossici e interramenti illegali, avvenuti nei primi anni novanta. Chi coordinava i camion? A quali aziende appartenevano i rifiuti pericolosi? Nelle istituzioni nessuno sapeva nulla? Perché si è fatto finta di non vedere?

Certo, se l’inchiesta “Cassiopea”, che nel 2003 in Campania svelò il più grande traffico di rifiuti tra nord e sud Italia, è finita senza colpevoli, forse non c’è da aspettarsi tante risposte a Castelvetrano. Soprattutto su fatti accaduti ormai vent’anni fa.

Da pochi giorni però, il Comitato di Quartiere Belvedere, facendosi portavoce della preoccupazione delle numerose famiglie che abitano la zona, ha inviato al Sindaco una petizione di firme, chiedendogli di intervenire con provvedimenti e ordinanze contingibili ed urgenti per eliminare i gravi pericoli che possono minacciare l’incolumità dei cittadini.

 

Egidio Morici

www.500firme.it