Leonardo Giancontieri - che è stato assistito dall'avvocato Giuseppe Pantaleo - era accusato di avere raggirato due donne straniere che aveva incontrato in una città del settentrione. Dopo averle convinte a seguirlo in Sicilia, con la promessa di offrire loro un posto di lavoro, le avrebbe avviate alla prostituzione.
Una delle due ragazze ha riferito di avere anche subito una violenza sessuale. La vicenda era emersa dopo che le due donne erano riuscite a fuggire dall'albergo in cui erano ospitate. Gli inquirenti avevano contestato all'uomo le accuse di riduzione in schiavitù e sequestro di persona.Il processo scaturiva da un'indagine della Polizia di Stato.
Nel corso del dibattimento è però emerso che le due donne non furono mai segregate all'interno della stanza in cui erano ospitate. La porta, infatti, non era chiusa a chiave ed avrebbero potuto in qualunque momento allontanarsi e farsi aiutare denunciando i fatti alle forze dell'ordine. A seguito delle nuove risultanze il pubblico ministero Carlo Marzella ha chiesto, al termine del dibattimento, di assolvere l'imputato dalle accuse di riduzione in schiavitù e sequestro di persona. Per il magistrato è stata invece provata la colpevolezza di Leonardo Gaincontieri rispetto alle restanti imputazioni di violenza sessuale, induzione e favoreggiamento alla prostituzione.