Quella che doveva essere, nella mente di chi l’ha pensata, una zona di concentramento delle piccole e medie imprese per lo sviluppo dell’economia della città non è altro che una zona asfaltata e adibita a discarica. Il motivo è semplice, i lotti che dovevano essere dati agli artigiani sono rimasti tutti sul groppone del Comune perché troppo costosi. E adesso il sindaco Renzo Carini è con le spalle al muro. Perché da più fronti sono arrivate sollecitazioni a fare qualcosa per quell’area abbandonata.
Alcuni consigli utili a Carini li ha dati La CNA (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa) della provincia di Trapani. In una nota di qualche giorno fa la prima richiesta degli artigiani a Carini è di diminuire i costi per l’acquisizione dell’Area, non considerando gli incentivi comunitari tra i costi per le imprese. “Possibilità per le piccole imprese – continua la CNA - di acquisire lotti non inferiori a 350 mq e non 700 mq come prevede l’attuale regolamento. Allargare la possibilità di acquisizione delle aree anche ai settori dei servizi alle imprese ed alla logistica. Fornire l’Area in oggetto di tutti i servizi necessari (acqua – gas – centro direzionale – ecc.)”.
Gli artigiani non sono stati i soli a battere il ferro. Anche dal consiglio comunale, ogni tanto, qualcosa si muove. I consiglieri Flavio Coppola, Nino Genna e Vincenzo Sturiano con una nota congiunta hanno chiesto a Carini di convocare un tavolo tecnico sulla questione area artigianale per “valutare l’opportunità di rivedere i prezzi di affidamento dei lotti, la loro superficie e la possibilità di ampliare ad attività di servizi collegati all’artigianato e alla piccola industria non di trasformazione”.
Dall’Amministrazione fanno sapere di essere d’accordo per un tavolo tecnico. Nell’ultimo scorcio di legislatura ci tenteranno i nostri. Carini dal canto suo ha risposto che è stato incaricato il Suap di predisporre “una proposta di modifica al Regolamento, al fine di facilitare l’assegnazione delle Aree artigianali. Alla luce dei documenti presentati in merito sia dal CNA che dal Consiglio comunale, si tratta di aggiustamenti condivisi, tenuto conto che in sede progettuale sono state fatte delle scelte che hanno influito negativamente sull’utilizzazione delle aree”.
Ci proveranno, dicevamo, a colmare una totale incompiuta del territorio marsalese, oggi adibita a discarica. Da anni l’amministrazione comunale dice che “a breve” si sarebbero concessi i lotti, si sarebbero venduti, e si è visto. L’area artigianale di Amabilina abbastanza vasta. Una superficie di circa 12 ettari per 45 attività artigianali previste, ma inesistenti.
Nel progetto si prevedevano “capannoni a schiera suddivisi in quattro distinti lotti a superficie variabile da 800 a 1.050 metri quadrati”.
Ad eseguire i lavori - su progetto dell'ingegner Giuseppe Giacalone, tecnico del settore Urbanistica del Comune - è stata l'impresa Attilio Grassi di Catania, capofila di un'Ati che si è aggiudicata l'appalto offrendo un ribasso del 7,32 per cento su una base d'asta di 2 milioni e 644 mila euro.
Ma il costo è stato notevolmente superiore. Ai tre milioni concessi dalla Regione Siciliana, il Comune ha, infatti, aggiunto un milione e 750 mila euro.
Francesco Appari