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04/01/2012 14:14:48

"Così aiutiamo gli ultimi". A Marsala Biagio Conte, Don Ciotti, Don Mazzocchi

I tre testimoni della gratuità evangelica hanno raccontato le loro esperienze, partendo da un interrogativo: «Come rispondete alla domanda di aiuto delle diverse categorie di ultimi che incontrate sul vostro cammino?». «Sono i poveri che cambiano la vita - ha detto don Luigi Ciotti, presidente anche dell’associazione “Libera” - per tre anni ho dormito sui treni della stazione di Torino, insieme a quelli che tutti chiamano barboni e mi ritengo essere stato un privilegiato. In maniera disarmante oggi assistiamo alla crescita del penale e, purtroppo, alla diminuzione delle politiche sociali. Registriamo troppa educazione alla disumanità, travolti dal consumismo dove si perde spesso la coscienza collettiva, la corresponsabilità. Ecco perché da decenni diffondo il messaggio del “noi”, l’impegno di tutti per aiutare gli ultimi e lottare per chiedere giustizia. E in questa terra di Sicilia - ha aggiunto don Ciotti - ci sono altri malanni che rendono le persone non libere: la mafia, che va combattuta con le azioni concrete ma anche con la cultura». Per don Ciotti i punti di riferimento oggi sono «il Vangelo da un lato e la Costituzione Italiana dall’altro». L’esperienza della “Missione Speranza e Carità” di Palermo è stata affidata alle parole del suo fondatore, fra Biagio Conte: «Non è una società giusta quella che non attenziona gli “ultimi” - ha detto il frate arrivato in sedia a rotelle - l’indifferenza è peggio di qualsiasi altra malattia. Non è giusto chiudere gli occhi davanti alle ingiustizie, anche quelle sociali, io l’ho fatto e su questa strada, insieme a me, ho trovato altri fratelli. Oggi la “Missione a Palermo” conta tre comunità, due maschili e una femminile con mille ospiti ma ogni notte torniamo sulle strade col nostro camper». Impegno concreto nella solidarietà, nell’aiuto verso gli “ultimi”, che ha contraddistinto anche la storia di don Luciano Mazzocchi, oggi impegnato nella sua missione nell’hinterland milanese, dopo le esperienze nel mondo, compresi il Giappone e Mazara del Vallo: «Io sono continuamente debitore nei confronti della gratuità della vita - ha detto - ma sono riuscito ad attuarla, con la possibilità di sentirmi a casa propria anche quando non l’ho avuta». «Oggi segniamo una bellissima pagina di storia per la nostra Diocesi - ha detto il Vescovo monsignor Domenico Mogavero - perché l’ascolto di queste testimonianze vere ci è d’aiuto in questa società che registra difficoltà a più livelli. L’ascolto del prossimo come valore cristiano, il porgere la mano agli “ultimi” come segno concreto della gratuità evangelica».



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