Nel mese di ottobre, con non pochi sacrifici, ho acquistato un appartamento e, ho subito provveduto a trasferire le utenze (energia elettrica, gas e acqua), per liberare il vecchio proprietario dai nuovi consumi. Il giorno dopo l'atto notarile (fine ottobre 2011), per energia elettrica e gas è bastata una telefonata per garantirmi la voltura della nuova utenza ma, quando mi sono recato presso gli uffici dell'acquedotto comunale è cominciata quella che definisco l'"odissea di una voltura". Il primo giorno (astenendomi dal lavoro), mi hanno dato uno sbiadito foglio di domanda che presupponeva, in allegato, l'attestazione del titolo di proprietà, l'atto notarile! nell'attesa dei tempi di trascrizione dell'atto notarile, non ho potuto fare a meno di pensare del perché della copia dell'atto stesso e mi sono chiesto se, nel 2011 e con lo snellimento della burocrazia, dove tutto e dichiarabile con un'autocertificazione, con evidenti risvolti penali per falsa dichiarazione, si possa ancora essere legati a manifeste ostiche procedure. Pur tuttavia, ho atteso due mesi e, quando sono entrato in possesso della copia dell'atto, mi sono recato di nuovo presso gli uffici dell'acquedotto (astenendomi dal lavoro), consegnando la domanda ed allegando la copia della nota di trascrizione, da dove si evinceva chiaramente, il nominativo del nuovo proprietario. Mi è stato risposto, da una saccente impiegata dell'ufficio contratti, che le disposizioni del dirigente erano quelle di allegare copia dell'atto (peraltro una semplice fotocopia) e non la nota di trascrizione. In quell'occasione, ho esposto i miei dubbi in merito, senza ricevere una plausibile e chiarificatrice risposta, avvalorata anche dal fatto che, nessuna autorizzazione a trattare i miei dati sensibili mi era stata fatta firmare. L'impiegata, che passata da un'atteggiamento saccente alla più chiara sufficienza, mi invitava a fare quello che era previsto, altrimenti la mia pratica non avrebbe avuto corso. Scoraggiato dal freddo muro di risposte e al fine di chiudere presto quest'avventura, ho lasciato le copie dell'atto. Sono tornato il 2 gennaio 2012 (ben tre mesi dopo e astenendomi dal lavoro), pronto a firmare il contratto ma, per concludere l'"odissea", mancava la firma del dirigente, il quale era fuori dagli uffici e non sarebbe stato possibile disturbarlo telefonicamente per una semplice firma su un contratto, rimandandomi a ritirare il contratto, nei prossimi giorni e con la regolarizzazione amministrativa al seguito (marca da bollo da euro 14,62, diritti di segreteria e altro giorno di astensione al lavoro). Egregio Direttore, la lascio con il dubbio che l'odissea si possa concludere presto e senza altri giorni di astensione dal lavoro e con una domanda che vorrei porre al Sindaco: "è mai possibile che nel 2011, un cittadino debba impiegare tempo e denaro per una semplice voltura di un'utenza, ed ancora, è mai possibile che presso l'ufficio dell'Acquedotto Comunale, sono a disposizione atti, per i quali è previsto una gestione d'archivio rigorosa e tipica degli uffici notarili? L'unico aspetto positivo che mi conforta è che, se un giorno dovessero andare distrutti tutti gli uffici dei notai di Marsala, almeno noi marsalesi, saremo sicuri di poter avere una copia del proprio atto di proprietà, presso gli uffici dell'acquedotto comunale!
Gianni Patti