Correra da un lato infatti è parte offesa in una vicenda di estorsione e truffa, vicenda per la quale è stato anche dichiarato vittima di usura con decreto del Prefetto ed ha avuto un sostanzioso risarcimento danni, ma è anche imputato in tre processi, due per truffa, ed uno per ricettazione.
Il primo processo per truffa (530.000 euro) è cominciato la settimana scorsa con la costituzione delle parti. Oggi comincia il secondo. Nel processo per ricettazione Correra è accusato di aver utilizzato un assegno rubato. Per questa vicenda Correra si è autodenunciato.
"Presenterò i documenti per smentire le accuse contro di me" ha dichiarato Correra alla nostra redazione, con riferimento ai due processi per truffa. "La ditta che mi accusa di truffa, la Chemia Srl mi aveva dato un mandato d'agenzia. Io ho lavorato per tre anni con loro, fatturando 150.000 euro. Ho vinto anche il premio come miglior agente". La Kemia, insieme ad altre ditte che Correra aveva in rappresentanza, accusa l'imputato di aver fatto ordini falsi (verso società inesistenti o per imprenditori che poi smentivano di aver comprato la merce) e, in alcui casi, di essersi trattenuto i soldi che i clienti dovevano versare ai fornitori. Gli episodi contestati a Correra sono 14.
"Sono accusato di qualcosa che non ho fatto" dichiara Correra.
Il processo di oggi riguarda un'altra truffa commessa dalla sua azienda, la Kemical Green. Ma per Correra non si tratta di truffa: " In un anno e mezzo di attività ho fatturato tre milioni e mezzo di euro, poi nell'ultimo periodo sono finito nell'incapacità di pagare per via delle estorsioni che subivo" dichiara.
L’inchiesta, avviata a seguito di un paio di denunce, è della sezione di pg della Guardia di finanza.
I fatti sono relativi al periodo 2008-2009. Correra è difeso dall'avvocato di Castelvetrano Francesco Messina. Si legge nel decreto di citazione diretta a giudizio che, nella qualità di amministratore della Kemical ha commissionato nel novembre del 2008 alla società "Fratelli Lo Porto" una fornitura di concime, pagando con sei assegni scoperti per un totale di 300.000 euro. Nella sua denuncia la "Fratelli Lo Porto" sostiene che Correra, da rivenditore, ha comunque venduto la merce acquistata a terzi, senza pagare in alcun modo la società. Quando la società ha inoltrato richiesta di pagamento Correra ha risposto inviando il provvedimento del Prefetto del 21 ottobre 2008 che lo indicava come vittima del racket e dell'usura. Tra i benefici previsti da questo status c'è anche quello della "sospensione dei termini di pagamento" verso i fornitori dell'imprenditore - vittima. Da qui scatta la denuncia per truffa, perchè Correra avrebbe dovuto informare la ditta della sua particolare condizione, che era pregressa all'ordine.