Di certo non ha bisogno delle mia attestazione di stima ma non posso non commentare il suo articolo “Caravà, i fantasmi che fanno politica, le nostre scarpe rotte”. Un certo “scoramento”, sono certo, pervade il lettore quando Lei scrive: Lillo Calamia dovrebbe fare politica invece fa il fantasma ….. altri fantasmi invece fanno politica. E' questa cruda verità che a me fa male. Chiedendo a qualsivoglia cittadino ci sentiremo dire che la Politica è ben altra cosa, che la Politica è in mano a gruppi di potere, che la Politica si fa nelle stanze con i bottoni; ed a premere i bottoni sono sempre gli stessi.
Torno indietro - E' dal 15 maggio 2011 che mi occupo, per il partito di cui sono il coordinatore cittadino ed in collaborazione con dieci professionisti marsalesi, di stilare quelle che sono le proposte per la nostra Città, slegando l'attività dei nostri dipartimenti dalle attività quotidiane dei nostri rappresentanti in Consiglio Comunale per poter stabilire una sintesi non dettata da esigenze di appertenenza alla maggioranza bensì per vagliare al meglio, secondo coscienza, le macro aree su cui meglio provare a trovare una o più soluzioni.
E' stato un percorso tortuoso ma affascinante, fatto di incontri tra marsalesi che hanno volutamente dedicato una parte della loro vita ad un impegno senza corresponsione di alcune somme, a metà tra il volontariato e la passione per la Politica .
Ritorno ad oggi - Mi chiedo: ma se a parlare di proposte condivise o no, se a parlare di malaffare nelle pubbliche amministrazioni, se a parlare di tangenti, mafia, appalti truccati fossimo in tanti, decine, centinaia, migliaia di cittadini appassionati …. di certo al Sig. Lillo Calamia non avrebbero bruciato la casa perchè sarebbero state troppe le case da bruciare.
Gentile Direttore, non possiamo aspettare tempi migliori e nel frattempo a Lei o ad altri arriva una querela, non possiamo aspettare tempi migliori e nel frattempo a qualcuno bruciano la casa. L'impegno, la condanna, il differenziarsi dal malaffare deve essere cosa condivisa da tutti affinchè la “cosa pubblica” e quindi la Politica torni ad essere un modo per trovare una soluzione il più possibile condivisa e non un affare personale per fare in modo che un partito politico sia visto come una fucina di idee e non come il modus per farsi eleggere.
Rispettosamente, Oreste Pino Ottoveggio
P.S. : Un consiglio, Le scarpe bucate Le usi nelle giornate di sole; in tanti
facciamo così.