L’indagine che due anni fa portò alla ribalta il nome di Perla Genovesi, l’assistente parlamentare dell’ex senatore di Forza Italia Enrico Pianetta che fece ai pm il nome di una delle escort che avrebbe partecipato alle serate ad Arcore con Silvio Berlusoni, approda alla prima sentenza. E sono condanne di un certo spessore, nonostante lo sconto di pena previsto dal rito abbreviato, quelle inflitte dal gup Fernando Sestito che ha condannato complessivamente a oltre 44 anni di carcere sette dei dieci accusati del maxitraffico internazionale di droga scoperto dai carabinieri nel 2009.
A Perla Genovesi, protagonista qualche settimana fa di una plateale minaccia di suicidio al Palazzo di giustizia di Palermo, sono stati inflitti quattro anni e mezzo di carcere, nonostante la concessione delle attenuanti per aver ammesso i fatti. Fu la Genovesi a fare per prima il nome di Nadia Macrì come una delle ospiti di Berlusconi ad Arcore e a Villa Certosa in Sardegna.
Agli incontri, che si sarebbero svolti in ville e residenze nella zona di Castelvetrano, Triscina, Tre Fontane e San Vito Lo Capo, avrebbero partecipato personaggi influenti del potere locale: qualche sindaco, consiglieri comunali, manager di importanti aziende a partecipazione pubblica.
Perla Genovesi avrebbe fatto alcuni nomi e descritto scene piccanti ed episodi di sesso. In questi ambienti sarebbe arrivata sia attraverso canali politici - prima di militare in Forza Italia era stata vicina al Nuovo Psi - sia attraverso Paolo Messina, l'impiegato comunale di Campobello di Mazara che avrebbe gestito un traffico di droga con il Sudamerica, la Spagna e l'Olanda.
Secondo i pm che hanno istruito il caso, Marcello Viola e Geri Ferrara, dietro al traffico di droga c’era un’organizzazione che attraverso
società di import-export appositamente costituite, era in grado di far giungere dal Perù e dalla Colombia, attraverso Spagna e Olanda, fino in Sicilia e nel Nord Italia grossi quantitativi di cocaina purissima. La pena piu alta, 9 anni di carcere è stata inflitta a Giovanni Pedemonti; 8 anni e 4 mesi li ha avuti Andrea Zatelli; 8 anni Federico Ronch; 5 anni e 4 mesi Vito Faugiana; 5 anni e 8 mesi Girolamo Barbera, mentre Raffaele
Manna ha avuto 4 anni. Il gup ha assolto soltanto Saverio Antonio Loria e Vito Lo Zito, mentre nei confronti di Paolo Boninsegna è stato disposto il non doversi procedere per ne bis in idem.