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08/12/2011 05:59:44

Ucciso Salvatore "Sal" Montagna, boss americano di Castellammare del Golfo

E' morto così Salvatore Montagna, detto Sal the iron worker (Sal il fabbro), criminale statunitense, di origine siciliana (la famiglia è originaria di Castellammare del Golfo) presunto boss della famiglia Bonanno e della fazione siciliana del Bronx.

Ecco la sua biografia su Wikipedia:

Nato nel 1971 a Montréal, in Canada, passò l'infanzia a Castellammare del Golfo, in Sicilia.

Quando, alla metà degli anni 80, si stabilì con la sua famiglia nel Bronx, a New York, Salvatore iniziò subito ad introdursi nel mondo del crimine, della violenza e della corruzione. Non è chiaro quando Montagna divenne un affiliato alla famiglia Bonanno, ma alla fine degli anni 90, durante la leadership del boss Joseph “Big Joe” Massino Montagna venne sentito per caso nelle conversazioni tra altri membri della famiglia Bonanno, come il braccio destro del boss Salvatore “Sal il Bello” Vitale.

Si sa poco della vita privata di Montagna, a parte il fatto che si è sposato agli inizi degli anni 90 con Kellice Gucciardo, collegata per vie di parentela alle famiglie Gambino e Genovese. Hanno avuto due bambini, ma hanno divorziato subito dopo la morte di un figlio maschio. Si è risposato e vive ad Elmont, Long Island. Ha avviato una piccola compagnia di ferramenta, la Matrix Steel Co., sita al 50 di Bogart Street a Bushwick, Brooklyn. Proprio per questo Montagna si è guadagnato il soprannome di “fabbro”.

Nel 2002, Montagna è stato arrestato insieme al gruppo di Patrick De Filippo per gioco d’azzardo e strozzinaggio. Si rifiutò di rispondere alle domande dinanzi ad una giuria e venne condannato per oltraggio alla corte. Venne riconosciuto colpevole nel 2003 e messo in libertà vigilata. Fu alla fine del 2003 che le forze dell’ordine e l'FBI lo schedarono come capitano di facciata e caporegime della famiglia Bonanno al posto di DeFilippo e a capo della fazione siciliana del Bronx.

Dopo che il boss della famiglia Bonanno, Joe Massino divenne un collaboratore del governo e testimoniò contro 60 criminali, Vincent “Vinny Gorgeous” Basciano venne riconosciuto come boss della famiglia, solo per scoprire che Massino avrebbe testimoniato contro Basciano, conducendolo direttamente in galera. Alla fine del 2005, Basciano disse che avrebbe promosso la fazione siciliana del vecchio gruppo della famiglia Bonanno alla guida della famiglia, così Montagna venne riconosciuto come boss di facciata della famiglia dagli inizi del 2006 insieme a Nicholas “Nicky Mouth” Santora come sottoboss ed Anthony “Fat Tony” Rabito come consigliere, mettendo al sicuro l’amministrazione della famiglia.

Dal 2008, Montagna è stato reputato boss di facciata della famiglia Bonanno, con il controllo dell’intera fazione del Bronx. Espulso dagli Stati Uniti, si era trasferito in Canada, di cui era cittadino per nascita.

Ed ecco cosa scrive su Malitalia Rino Giacalone:

I Bonanno sono stati tra i primi noti mafiosi in America, come Al Capone a Lucky Luciano. A Castellammare del Golfo, città originario del clan Bonanno, di Salvatore Montagna, quasi nessuno si ricorda, anche oggi che è morto. Ma non certo perchè “Sal” partì da Castellammare per gli Usa quando aveva 15 anni, di più perché una volta negli States ha fatto una «certa» carriera, diventando, secondo l’Fbi il nuovo capo della mafia americana, e dunque è questo il serio motivo perchè nessuno a Castellammare del Golfo abbia voglia di parlarne. Il suo rione castellammarese è quello di San Giuseppe, nella parte alta del paese. Qui sarebbero tornati da qualche tempo ad abitare i genitori di Sal, ma quale sia la casa non si può sapere.

Una mafia quella americana che non molla le sue origini. Di Castellammare sono stati i più potenti capi mafia Usa, a cominciare da quel Joseph Bonanno che ispirò a Mario Puzo il libro sul «padrino». A Castellammare del Golfo ha raccontato il pentito Nino Giuffrè i picciotti americani venivano ad «imparare il mestiere» o c’erano quelli di Castellammare che andavano negli Usa a “formare” i picciotti. Certamente in America c’è una regola che dentro Cosa Nostra continua ad essere rispettata, ed è quella che per diventare “padrini” bisogna essere nativi della Sicilia, o figli di genitori siciliani, meglio ancora poi se si è di Castellammare del Golfo.

«Cosa Nostra – dichiarò a suo tempo il vice questore e capo della Mobile di Trapani Giuseppe Linares, a margine di una conferenza stampa dopo un blitz antimafia (operazione Tempesta) proprio nel castellammarese – è come l’Araba fenice: risorge sempre dalle ceneri». «Ci sono precisi rapporti dell’intelligence – riferisce un italiano diventato esperto di sicurezza in America, Antonio Nicaso – che confermano come a seguito di faide e guerre di mafia e soprattutto dopo gli scompaginamenti determinati da arresti e condanne, la mafia ha deciso di affidarsi a Montagna, un nuovo uomo». Nicaso è perfetto conoscitore della realtà mafiosa americana, lavora in Canada, dove le cosche newyorkesi già ai tempi di Bonanno avevano impiantato una cosca a Montreal. Dove Sal Montagna è cresciuto.

La mafia e le sue origini castellammaresi. Ne parlò in un verbale il boss di Caccamo Nino Giuffrè dopo avere deciso di collaborare con la giustizia: «Si è deciso di ritornare alle origini a quel vincolo strettissimo che le prime potenti cosche del trapanese avevano con i picciotti di oltreoceano. Castellammare è fra l’altro un punto di incontro tra i Paesi arabi e l’America. Posso tranquillamente dire che Castellammare, oltre ai traffici normali, droga e tutto il resto, diciamo che é un punto dove si incontrano diverse componenti che girano attorno alla mafia. È un punto di incontro della massoneria, dei servizi segreti deviati».

Quanto sia potente la cosca castellammarese lo si deduce da una storia degli anni ’90, quando a Castellammare si rifugiò un narcotrafficante di recente catturato, Saro Naimo, «un uomo potente», Totò Riina diceva che era «più potente del presidente degli Stati Uniti»