L'anziano era accusato di avere commissionato tre danneggiamenti ai danni del sindaco Matteo Rizzo e del comandante della polizia municipale di San Vito Santo Graziano. Galante avrebbe offerto duemila euro ad un concittadino per incendiare l'Hotel Ghibli ed una imbarcazione da diporto, entrambi di proprietà del primo cittadino, e l'auto del comandante dei vigili urbani. Il tutto per la somma di duemila euro. Una vendetta legata, secondo l'accusa, al diniego di un nullaosta in favore della moglie, titolare di uno stabilimento balneare. Le indagini, condotte dai carabinieri, erano state avviate a seguito della collaborazione della persona incaricata di appiccare gli incendi. Aldo Fedele, chiamato a deporre nell'ambito del processo, aveva confermato il suo racconto. «Galante mi ha offerto duemila euro. Ho tentato di farlo ragionare ma ha insistito. Allora gli ho lasciato credere di essere pronto a farlo ed ho registrato la conversazione con l'intenzione di farla sentire al sindaco». Una versione contestata dall'avv. Nino Sugamele, difensore dell'imputato, che aveva rilevato che in realtà molte delle frasi addebitate al suo assistitio erano state pronunciate dallo stesso teste.