L’ex colonnello di Alleanza nazionale ha difeso il senatore del Pdl, Marcello Dell’Utri, che è indagato dalla Procura della Repubblica di Palermo nell’inchiesta sulla cosiddetta trattativa tra Stato e mafia con l’accusa di violenza e minaccia a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario. Il fondatore di Forza Italia e grande amico del presidente Silvio Berlusconi, Marcello Dell’Utri, è stato già condannato l’anno scorso presso la Corte d’appello di Palermo a sette anni di carcere per concorso esterno in associazione di tipo mafioso.
Il senatore Marcello Dell’Utri ha commentato la notizia trovandola “allucinante” e ha accusato la Procura di Palermo di aver fatto una grande insalata russa poiché “i magistrati stanno pestando l’acqua nel mortaio”. Dell’Utri ha bollato le dichiarazioni dei pentiti e di Massimo Ciancimino, figlio di Vito Ciancimino (ex sindaco democristiano di Palermo ed ex membro di Cosa nostra), come delle “assurdità”. Il presidente del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, ha difeso a spada tratta l’ex braccio destro di Berlusconi perché si stanno creando dei ridicoli polveroni per coprire la verità, usando peraltro personaggi condannati e screditati come Ciancimino Jr.
«Ma chi comandava in Italia negli anni ’93-94 – si è domandato Gasparri - quando lo Stato si arrendeva alla mafia? Dell’Utri? Perché sono state insabbiate le indagini che hanno coinvolto Ciampi, presidente del Consiglio di un Governo che cancellò il carcere duro per centinaia di boss, e Scalfaro, Presidente della Repubblica del tempo e ben informato sulla gestione del 41 bis? Se trattativa Stato-mafia ci fu – ha aggiunto il presidente dei senatori del Pdl -, all’epoca l’avrebbero fatta quelli che rappresentavano lo Stato. Certamente non altri. La procura di Palermo vada sulle questioni vere. Invece sembra che si voglia depistare».