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23/11/2011 11:05:29

Massimo Alloro dell'Emmegi Engineering ricorda Pasquale Bertolino

Io arrivavo sempre per primo al Palabellina, dovevo dare l'esempio nella qualità di coach, giovane e ambizioso, avevo ereditato dal Prof. Gandolfo questo ruolo, cresciuto insieme a loro e diventato conduttore ed erede di una storia infinita... Lui mi aspettava davanti la porta, omino piccolo con la barba sempre incolta, canuto e con la sigaretta attaccata nel labbro inferiore, gli occhiali spessi (era una talpa!) e con il sorriso furbetto mi diceva: "Massimino, andiamo a farci un cicchettino (un bicchiere di wisky), stasera fa freddo e la palestra non è clmatizzata, i ragazzi si muovono, ma noi che stiamo fermi "agghiacciamo" (a quei tempi gli allenatori non erano molto dinamici!)... mi prendeva sottobraccio e, sempre con quel sorrisino furbetto, mi conduceva al bar di fronte la palestra a prendere il "cicchettino"... poi di corsa dentro a montare la rete...

Già "il montaggio della rete" un rituale che era diventato quasi una celebrazione "pagana" di una messa al cospetto dei suoi fedeli... prima di noi si erano allenati quelli della Pallacanestro Marsala, la pallacanestro di Galfano, dei Parrinello di Maurizio Provenzano e di coach Grillo, per intenderci, e noi per ultimi chiudevamo la lunga serata di sport in quella che per anni (e anche adesso) è stata la ns. casa...mentre si ultimava il montaggio della rete arrivavo i ragazzi, Andrea De Stefano, Salvatore Perrone, Teo Baldassano, Fulvio D'Amico (oggi ns. angelo protettore...) e Maurizio Buscaino: "Bu Bu" e lui gli correva subito incontro... Maurizio era il suo "prediletto" Pasquà, cicchettino??" debuttava Mauro e lui non se lo faceva ripetere due volte, via al bar, stesso rituale, sottobraccio e con il sorriso furbetto e sornione...poi finalmente si iniziava l'allenamento...quando le lancette dell'orologio avevano superato abbondantemente le 23, lui aveva consumato la sua cena: pollo, cipolla e patatine fritte, rigorosamente dalla rosticceria in Corso Gramsci, con le 5000 lire che io gli avevo rifilato, si adagiava sul lettino dell'infermeria e, bevuto l'ultimo cicchetto preso con il resto..si affidava alle braccia di morfeo!

Prima di andare via e spegnere per quella sera le luci della palestra, chiudendone anche la porta, lo guardavamo con dolcezza, gli mettevamo una coperta di sopra affinchè non sentisse freddo, lui ormai nel pieno del suo sonno era a casa sua e dormiva tranquillo...ci ha insegnato a "odiare" l'avversario in campo ma a rispettarlo fuori, ha insegnato a tanti ragazzini della Via Paceco a tirare i primi calci al pallone, è stato un mito del vecchio Municipale quando allenava la Fulmine e aspettava i ragazzini che marinavano la scuola per farli giocare "nel campo grande", prima di diventare il "custode" del nuovo Palazzetto dello Sport, il San Carlo...quante pescate con la sua lenza, quante volte mi regalava pesci "io, mi diceva, non saprei a chi darli"...lui aveva noi, quelli della pallacanestro e poi quelli della pallamano, non aveva altri...riposa in pace, chissà se là dove sei andato ci sarà qualcuno che ti aspetterà per un cicchettino...

Ciao Pasquale, ti vogliamo bene!!!