Gli arbusti in questione non erano “sommacchi”, bensì esemplari di Ailanthus altissima, pianta generalmente ed erroneamente definita “sommacco”.
Questa pianta infestante, introdotta in tempi recenti, ha poi colonizzato quasi tutti gli spazi liberi dalla vegetazione, arrecando anche danni considerevoli alle strutture archeologiche. I lavori di pulizia in corso sono seguiti con la massima attenzione dalla scrivente, dato altresì che il Parco, di cui fa parte l’area demaniale del Capo Boeo, non è solo un Parco archeologico ma anche ambientale.
Il grave problema della mancanza di fondi per il diserbo è stato risolto quest’anno grazie all’attività di 10 operai della Forestale e della squadra che al momento lavora al Capo Boeo per la realizzazione del Progetto di valorizzazione dell’area archeologica, redatto dall’arch. Giovanni Nuzzo, che è anche Direttore dei lavori. La sistemazione in corso delle aree a verde, rispetta rigorosamente le indicazioni fornite dal consulente scientifico Prof. Francesco M. Raimondo del Dipartimento di Scienze Botaniche dell’Università di Palermo. Per quanto sopra, non si tratta dunque di un “depauperamento del nostro verde” ma di
un’attività accurata e rispettosa dell’ambiente, della quale risponde la scrivente, nella sua qualità di Direttore del Parco.
Siamo certi che gli aironi cinerini potranno continuare a fermarsi al Capo Boeo sugli altri alberi e arbusti del Parco e che potranno fare a meno dei “sommacchi” citati dal Dott. Grillo.
Invitiamo i cittadini a visitare il sito perché si rendano conto dello stato delle cose.
L’ingresso è dal Museo “Baglio Anselmi” al costo di €. 1,00 per i residenti della provincia di Trapani.
Il Direttore
(Dott.ssa Maria Luisa Famà)