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21/11/2011 09:18:46

Le torrettane


“la sera prima della partenza, le donne venivano mandate a dormire in un residence vicino all’aeroporto. Lì venivano applicate le panciere, spruzzate con profumo Trussardi per sviare il fiuto dei cani”. (E. Deaglio. Il raccolto rosso 1982-2010. Il Saggiatore. Milano. 2010. p. 43)

E così, il giorno dopo, parate a lutto, queste torrettane più o meno cinquantenni, accompagnate da uno stuolo di parenti, facevano il loro check-in per il volo diretto al “Kennedy” di New York.

Le operazioni d’imbarco, si sa, su questi voli intercontinentali non potevano e non dovevano essere rallentate da attenti controlli e poi, chi avrebbe avuto il coraggio di sottoporre a perquisizione quelle “povere donne in nero” che andavano “all’America” a trovare parenti?

I cani di Punta Raisi, inoltre, forse perché sulle boccette di Trussardi c’è la loro foto, di eroina non ne sentivano proprio né l’odore, né la puzza, né il profumo. D’altra parte, si dice, che i cani di Punta Raisi sono gli unici a non sentire l’eroina, la marijuana, qualche volta, forse sì.

A New York c’era sempre qualcuno ad accoglierle per accompagnarle allo Sheraton o all’Hilton: “all inclusive” per una settimana e con una parcella per il disturbo di 35 milioni di lire, da raddoppiare se la torrettana avesse portato indietro il pagamento dell’eroina.

Si racconta che una di loro si fece applicare sul corpo dei sacchetti di banconote da cento dollari e che, a causa dello scotch troppo forte, fu letteralmente scorticata per liberarla dal “carico”.

Le torrettane facevano a gara per un viaggio in America perché, con i soldi del “servizio”, potevano mettere a posto la casa, ristrutturarla, arredarla, anche costruirne una nuova, perché ci si poteva comprare la macchina e nuovi elettrodomestici. E così a Torretta arrivò il benessere ed il paesino divenne più bello ed anche più pulito. Anche Cosa Nostra si arricchì, ma non si riuscì mai a stabilire di quanto.

 Elio Camilleri