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18/11/2011 08:00:00

Buono il grasso bruno!

Così hanno concluso alcuni ricercatori del Joslin Diabetes Center negli Stati Uniti, che studiando il ruolo dalle cellule adipose hanno scoperto che quello “bruno” è fondamentale per bruciare calorie e che il controllo di una proteina denominata “necdin” è alla base del processo di stimolazione del metabolismo. Il grasso bruno favorisce l’equilibrio energetico dell’organismo e della temperatura corporea, oltre all’eliminazione delle calorie in eccesso. Di conseguenza, più è alta la concentrazione di grasso bruno in un organismo, tanto inferiore sarà la massa corporea.

Buono il grasso bruno!

Anche una ricerca della Johns Hopkins punta sul grasso bruno per offrire un’alternativa di dimagrimento a tanti uomini e donne in tutto il mondo. La ricerca è apparsa su Cell Metabolism a firma del prof. Sheng Bi, che commenta: “se potessimo indurre il corpo umano a trasformare il ‘grasso cattivo’ in ‘grasso buono’ che brucia calorie invece di immagazzinarle, potremmo aggiungere un nuovo efficace strumento per contrastare l’epidemia di obesità“.

Il tessuto adiposo viene distinto in base al colore bianco o bruno. Il primo si accumula nella zona dell’addome e in altre parti del corpo più “accoglienti”, raccogliendo le calorie in eccesso che consumiamo. Al suo interno, vi è una singola grande goccia di lipidi, mentre all’interno del tessuto adiposo bruno i lipidi si dividono in tante goccioline associate ad elementi cellulari che ne sovrintendono l’utilizzo per produrre energia. Il fatto di poter generare energia più facilmente dai suoi tessuti rende a quello bruno l’appellativo di grasso “buono”.

Nel corso della vita, il rapporto fra grasso bruno e bianco si modifica rovesciandosi completamente a favore di quest’ultimo. La ricerca di Bi tende a porre un rimedio a questo fenomeno agendo tramite la soppressione del neuropeptide Y (NYP) nell’ipotalamo dorsomediale. L’espressione della proteina è coinvolta nei processi legati alla fame, alla sete, alla temperatura corporea e ad altre funzioni. I ricercatori hanno scoperto così che la disattivazione della proteina favoriva la ricomparsa del grasso bruno a discapito di quello bianco, probabilmente perché metteva in moto quelle cellule staminali del grasso bruno che rimangono normalmente silenti nel mare magnum del grasso bianco adulto.

Una delle possibili applicazioni derivanti dalla ricerca potrebbe essere in futuro l’iniezione di cellule staminali di grasso bruno nel tessuto adiposo bianco per alimentare un meccanismo virtuoso di controllo del peso nelle persone obese, ma si tratta allo stato attuale soltanto di un’ipotesi.

Buono il grasso bruno!

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