Francesco La Rocca è indagato per concussione per avere – secondo gli inquirenti - nella sua qualità di responsabile del servizio infrastrutture per la mobilità dell’Ufficio Opere Pubbliche del Comune, costretto due imprenditori a versare una somma di 12 mila euro prospettando loro inesistenti irregolarità e pretestuosi ostacoli burocratici per ottenere le richieste autorizzazioni all’agibilità dei locali aziendali. Il figlio Giacomo deve invece rispondere di riciclaggio per aver ricevuto la somma cercando successivamente di ostacolare l’accertamento della provenienza del denaro.
La vicenda è emersa all’interno di una più ampia attività investigativa condotta dai carabinieri del Ros in merito a presunti rapporti tra elementi di Cosa Nostra ed esponenti dell’imprenditoria palermitana. Grazie alle intercettazioni ambientali effettuate all’interno dello studio di un professionista, gli investigatori hanno scoperto le presunte condotte illecite dei due indagati che risalgono al periodo compreso tra il luglio e l’ottobre del 2009. Sfruttando la posizione di responsabile del Servizio Infrastrutture per la Mobilità dell’ufficio opere pubbliche allora ricoperta e paventando inesistenti difficoltà di carattere amministrativo, Francesco La Rocca avrebbe avvicinato il professionista ed i responsabili di una società che attraverso quest’ultimo avevano acquistato un terreno a Palermo. Le intercettazioni avevano documentato le indebite pressioni del funzionario comunale e le successive richieste di denaro, dissimulate attraverso una fittizia consulenza professionale assegnata al figlio, al fine di rimuovere gli ostacoli al progetto imprenditoriale. La conferma del versamento del denaro è venuta da accertamento sui conti bancari dei due indagati e dalle successive dichiarazioni degli imprenditori costretti a pagare.