Giuseppe Aleci, titolare della Imart, secondo le indagini lei avrebbe ricattato alcuni dei personaggi presenti nella bozza, all’insaputa dell’autrice, chiedendo denaro per depennare dal volume il nome degli interessati. La procura di Marsala ha chiuso le indagini su lei e il suo direttore editoriale, Gaspare Richichi di Bagheria. Diciamolo subito, lei non è stato arrestato.
No, mi viene da ridere. In questi giorni il caso è stato trattato da tutte le testate e i tg nazionali e non. Un quotidiano di grande rilevanza come il Corriere della Sera ha messo in prima pagina il titolo “Finito in manette il titolare della Imart Edizioni”. Io sono d’accordo al diritto di cronaca ma non a quella fatta male e alla disinformazione. Non si può infangare una persona in un giornale letto da tante persone.
Rimane grave comunque la sua situazione. Lei si sente un po’ un piccolo Fabrizio Corona?
Spesso mi fanno questa battuta. Se c’è stata una sentenza su Corona vuol dire che ha fatto qualcosa. Io non mi paragono a Corona perché non ho fatto nulla e nemmeno abbiamo provato a fare quello che ha fatto lui. È azzardato il paragone.
Che ha combinato lei in sostanza? Noi conosciamo la vicenda tramite quello che hanno raccontato "Le Iene", prima, quello che ha denunciato la Di Leo e qullo che abbiamo visto nelle carte della Procura. Immaginiamo che lei abbia una tesi diversa…
La Procura ha aperto un’inchiesta e ha comunicato la chiusura delle stesse indagini. Adesso toccherà a noi chiarire.
È stato ascoltato dai magistrati?
No. Infatti attraverso i miei legali andrò a chiarire la mia posizione.
Quando nasce la sua casa editrice?
La Imart è nata inizialmente come associazione culturale e poi si è trasformata in casa editrice quando abbiamo preso contatti con agenti per avere una prospettiva di lavoro editoriale. Da circa un anno e mezzo si è trasformata in casa editrice in maniera più ampia e non solo a livello locale.
Che significa Imart?
Implementazione Arte.
Voi avete pubblicato anche le “memorie” di un vincitore del Grande Fratello…
Sì, abbiamo pubblicato il libro di Mauro Marin, vincitore del Grande Fratello 10, che tra l’altro è andato benissimo.
Torniamo all’inchiesta, si parla di ricatti a luci rosse…
Ecco, la gente parla e sono stati fatti tanti nomi. Ma la gente non ha mai visto gli atti dell’inchiesta, nessuna documentazione per poter giudicare. È giusto che i magistrati e i nostri legali facciano il loro dovere e che tutto si vada a chiarire in sede processuale. E che ci sia una corretta informazione senza creare dei danni alle persone.
Lei aveva intenzione di pubblicare i nomi delle persone con cui l’autrice, Lea Di Leo, avrebbe avuto relazioni sentimentali?
A noi è arrivata la bozza del libro della signora, che dovevamo pubblicare. Solo che il libro era molto volgare nei contenuti. Non era moralmente in linea con ciò che volevamo fare. Fare un libro di cronaca rosa è un conto, ma fare un libro che sia tutt’altro non ci interessava.
Quindi le faceva schifo?
Sì. Come ci è stato consegnato non era pubblicabile.
Questo riguardava la prima bozza del libro?
No, noi non abbiamo ricevuto diverse bozze. Abbiamo ricevuto solo una copia del libro da pubblicare.
Questo libro conteneva dei nomi che lei non voleva inserirli ma è stato costretto farlo?
Questo aspetto è meglio affrontarlo in un Tribunale.
Lea Di Leo sostiene che una volta consegnata la copia del libro abbia ricevuto minacce di morte dalle persone citate.
Da parte nostra non ha mai ricevuto minacce. Ho sentito anche che la signora ha fatto delle denunce nei confronti della Imart.
Lea Di Leo ha ricevuto qualche anticipo alla consegna della bozza?
No, non ha ricevuto niente. L’autore viene pagato dopo la pubblicazione del libro, con una percentuale sulle vendite.
Lei continua ad occuparsi di editoria?
Al momento ho sospeso l’attività editoriale. Voglio fare chiarezza in merito a questa storia e anche alla mia immagine.
Non si trova a Marsala in questo momento.
No, sono fuori per lavoro.