Virgolettato testuale da un articolo di stampa di ieri. Implicitamente vi si legge che Erice è un luogo “altro” rispetto alla “città”, rispetto a Trapani. Invece, nella realtà quotidiana vissuta da ciascuno di noi, non è così, tant’è che puntualmente l’ottimo cronista scrive che «tra i cittadini c’è una certa confusione». Per la verità la confusione la intravedo tra quanti, in massima parte amministratori e politici ericini, sbandierando una presunta ‘alterità’ culturale hanno alimentato l’anomalia della anacronistica divisione tra i due comuni, attraversati da un confine amministrativo privo di senso e che una volta per tutte andrebbe cancellato unificando Trapani ed Erice in un unico comune come in realtà già sono dal punto di vista urbanistico. Avremmo voluto leggere una dichiarazione del segretario del Pd comunale di Erice, Pietro La Porta, che denunciasse apertamente questa contraddizione e la finzione dei referendum comunali dello scorso anno che hanno ancor più confuso le acque. Invece la soluzione, solo ad uno dei tanti problemi causati dalla divisione tra le due realtà urbane, viene trovata in un “pannicello caldo”: «facciamo come a Trapani»; omologare l’esercizio della sosta nelle strade ericine alla regola individuata dal Comune capoluogo per una equilibrata fruizione degli stalli a pagamento. Sempre nello stesso articolo leggiamo che il regolamento non prevede “tolleranza” ma anche che, buon per noi, il sindaco Tranchida «su sua (sic!) richiesta è stato concesso, un lasso di tempo di cinque minuti». I cittadini di Trapani ed Erice non hanno però bisogno di intercessioni e concessioni ma di una unica solida realtà amministrativa come solo l’unificazione fra Trapani ed Erice saprà consegnare a tutti noi.
Totò La Pica