Enrico Mattei era nato a Acqualagna il 29 Aprile del 1906, ed è morto a Bascapè il 27 Ottobre 1962, la sua morte resta avvolta nel mistero come tutte le morti ambigue che il nostro Paese non sa spiegare, o non intende farlo.
Mattei avrebbe dovuto smantellare l’Agip, nell’immediato dopo guerra, queste erano le istruzioni del Governo, invece lui pensò di riorganizzare l’azienda fondando nel 1953 l’ENI, di cui l’Agip divenne la struttura portante.
Rinegoziò rilevanti concessioni petrolifere in Medio Oriente e un accordo commerciale di notevole valore con l’Unione Sovietica, rompendo l’oligopolio delle “Sette Sorelle” che dominavano l’industria petrolifera mondiale.
Nel 1961 Mattei fu insignito della laurea in ingegneria ad honorem dalla Facoltà di Ingegneria dell’Università degli studi di Bari.
Enrico Mattei era figlio di un carabiniere, non amava molto i libri, e suo padre lo mise a lavorare in un’azienda ma ben presto da operaio si trovò a fare il dirigente dimostrando la sua forte inclinazione naturale.
Durante la seconda guerra mondiale fu anche un partigiano, ripresi gli studi ottenne il diploma di ragioneria e si iscrisse insieme al fratello a Scienze politiche alla Cattolica. Divenne capo militare delle bande partigiane cattoliche.
Nel 1944 fu arrestato, recluso in carcere a Como dove evase due mesi dopo.
Alla liberazione Enrico Mattei fu uno dei sei esponenti del CLN di Milano.
Ma è la carica all’Eni a regalargli prestigio e morte.
Il campo di battaglia di Mattei furono le concessioni di ricerca e lo sfruttamento in Italia e all’estero, in Italia fino ad allora erano di esclusivo appannaggio di aziende straniere, in prevalenza statunitensi.
Diventato noto il suo attivismo da leader, giunsero immediate le pressioni delle compagnie statunitensi che non vedevano di buon grado la crescita dell’Eni.
Nasce un gioco politico ieri come accade oggi, Mattei ebbe la meglio grazie alle amicizie politiche influenti che all’inizio lo sostennero per prima Alcide De Gasperi che vinte le elezioni nomino Marcello Boltrini, amico di vecchia data di Mattei, alla presidenza dell’Agip e Mattei suo vice.
Ma Boldrini gradì delegare il comando al suo vice, questa scelta si rivelò vincente.
Nel 1948 arriva il successo per Enrico Mattei a Ripalta, nel cremasco, fu scoperto un importante giacimento di gas naturale.
Nel 1952 fu un’escalation di risultati positivi che costrinsero il governo ad autorizzare la costruzione di nuove reti di gasdotti che avrebbero lambito le aree periferiche industriali di Milano.
In questo stesso anno l’Agip che non era più in liquidazione si dotò del cane a sei zampe che ancora oggi vediamo in tutti i distributori Agip.
Enrico Mattei era un uomo che ragionava con la propria testa e non intendeva assoggettarsi a nessuno presto divenne il nemico per eccellenza di interessi diversi, tra i quali quelli delle “Sette Sorelle” che gli fecero la guerra, quella guerra che solo i nemici sanno fare, la guerra sleale, armando la mano di qualcuno, forse, servendosi della mafia siciliana per farlo fuori in modo puliti, tanto da sembrare un incedente aereo.
Mattei ricostruì i rapporti con la Persia con la Libia, con l’Egitto stabilì un contatto importantissimo, unico interprete del mondo arabo, trattò anche con il Re di Giordania, si arrischiò non poco ingerendosi nei rapporti fra l’Algeria e la Francia che con fatica la teneva ancora come colonia, fece altrettanto con la Tunisia, il Libano e il Marocco.
Una vera campagna d’attacco di “fronte mediterraneo” condotta con velocità e maestria.
Come vedete un quadro che aveva portato l’Eni l’Italia a dominare i mercati dell’oro nero, un potere che come tale avrebbe tolto potere ad altri che non hanno gradito e hanno risposto nella loro maniera.
IL 27 Ottobre del 1962 l’aereo che avrebbe dovuto riportare da Catania a Milano Enrico Mattei, precipitò nelle campagne di Bascapè, un piccolo paese in provincia di Pavia .
Ensieme ad Enrico Mattei persero la vita il pilota e un giornalista inglese, i tre occupanti l’aereo privato.
Sulla vicenda sono stati scritti diversi libri, e il film: “IL CASO MATTEI “
E’ strano ricordare che il giornalista Mauro De Mauro che voleva fornire al regista Francesco Rosi materiale interessante sulla vicenda Mattei, fu anche egli assassinato, scomparendo per sempre, così come tutti quelli che a diverso titolo potevano sapere, potevano parlare.
Come il generale dei CC Carlo Alberto Dalla Chiesa, e il vicequestore di polizia Boris Giuliano,
è questa l’Italia?? Quella che occulta le verità.
Patrizia Paganelli