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25/10/2011 04:28:57

D'Alì: "Sono una persona onesta". I legali: "Sorprendenti verità emerse dagli atti"

Ma va bene anche così. Ancora una volta la stampa pubblica la notizia di una richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura di Palermo che mi riguarderebbe, a me non notificata". Lo dice il sen. Antonio D'Alì commentando la richiesta di rinvio a giudizio, per concorso esterno in associazione mafiosa, nei suoi confronti, della procura palermitana.
"Siamo assolutamente meravigliati della richiesta da parte dei Pm per un rinvio a giudizio del Sen. D'Alì soprattutto in considerazione del fatto che alle motivazioni a suo tempo esposte dagli stessi Pm per richiederne e ribadirne l'archiviazione non sono state acquisite nuove prove concrete di qualsivoglia colpevolezza ed anzi sono stati prodotti rilevanti atti di indagini difensive comprovanti l'assoluta estraneità del senatore ad ogni possibile addebito o indizio". Lo dicono i legali di Antonio D'Alì, gli avvocati Gino Bosco e Stefano Pellegrino, dopo la richiesta di rinvio a giudizio del senatore da parte della Procura di Palermo.
"Nei modi e termini consentiti dalla procedura - concludono - sarà nostro interesse e dovere, a tutela della immagine del sen. D'Alì , mostrare alla stampa le risultanze delle stesse e le sorprendenti verità emerse, in perfetto contrasto con quanto nel corso degli anni finora riportato dalla stampa".

LA RICHIESTA. Le dichiarazione di D'Alì commentano la notizia diffusa ieri: la procura di Palermo ha chiesto il suo rinvio a giudizio  per concorso esterno in associazione mafiosa. Per due volte la procura distrettuale aveva proposto l'archiviazione ed in entrambi i casi il gip Antonella Consiglio l'ha respinta. Il gip, dopo aver ricevuto, nell'aprile dello scorso anno, la seconda richiesta di archiviazione, ha invitato i titolari del fascicolo - l'aggiunto Teresa Principato e i sostituti Paolo Guido e Andrea Tarondo - a riformulare l'accusa.
Ad accusare D'Alì, ex sottosegretario all'Interno ed attuale presidente della commissione Ambiente di Palazzo Madama, ci sono le dichiarazioni di collaboratori di giustizia e dell'ex prefetto di Trapani Fulvio Sodano che lo ha accusato di averlo fatto trasferire, dopo che aveva sventato il tentativo di Cosa Nostra di impossessarsi di un bene confiscato al boss Vincenzo Virga, la calcestruzzi Ericina. D'Alì ha sempre respinto ogni accusa.

TURANO. “Apprendo dagli organi di stampa che la Procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio del sen. Antonino d’Alì per concorso esterno in associazione mafiosa. Pur non entrando nel merito dell’azione dei magistrati, sono certo, che il senatore d’Alì , persona che stimo sotto il profilo morale e intellettuale , sarà in grado di dimostrare la piena estraneità ai fatti che gli vengono contestati”.

QUAGLIARELLO. “La vicenda giudiziaria che a Palermo vede protagonista il senatore Antonio D’Ali’ e’ la dimostrazione di come l’Italia somigli sempre di piu’ al Paese di Kafka e sempre di meno al Paese di Beccaria. All’amico Tonino piena solidarieta’”. Lo dichiara Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo vicario del PdL al Senato.