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21/10/2011 09:21:28

Stalking continuato. Divieto di dimora per un Alcamese

E se C.S.,  un uomo di trentaquattro anni alcamese, ma trapiantato nel nord Italia  per motivi di lavoro, nella prima occasione  errava  nel commettere atti persecutori,  riconducibili al nuovo reato di stalking,  nei confronti  della moglie, rea di avere  interrotto la relazione  coniugale,  nella  seconda circostanza, senza ombra di dubbio, perseverava a porre in essere le  citate condotte  molestanti.

Infatti, a seguito della  prima denuncia   formalizzata  dalla  moglie qualche  mese addietro e le consequenziali indagini esperiti dagli uomini del Commissariato di Pubblica Sicurezza  di Alcamo,   C.S. fu sottoposto a misura  cautelare  personale  del divieto di frequentare   luoghi affettivi e lavorativi della  consorte.

La misura, evidentemente,  non sortiva   moniti di rassegnata  consapevolezza alla fine  del matrimonio. Tanto è vero che  C.S.,  ogni qual volta  si trovava  in questo centro,  non lesinava   atti vessatori e pretese riconducibili all’affidamento della prole  minore,  trattata  non come  tale,  ma  quasi come  mezzo di ricatto affettivo nei confronti della moglie.
La donna, suo malgrado, pertanto, era costretta a vivere  in uno stato di perenne  ansia, timore e pericolo per  sua incolumità  personale  e di quella dei suoi amati figli, entrambi vittime  della  condotta  delittuosa  di stalking.
Ansia  e timore, generata  anche  nei confronti dei familiari della  stessa consorte,  in particolare  il padre,  il fratello  e altri parenti che  in qualche  modo prendevano le  difese  della   malcapitata.

A  porre  fine alla diabolica perseveranza di C.S., le ulteriori indagini del personale  del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Alcamo che,   di concerto con la  Procura della  Repubblica  presso il Tribunale di Trapani,  raccoglievano e cristallizzavano altri elementi indiziari a carico di C.S.  pedissequamente   trasfusi in una nuova ’Ordinanza applicativa  di misura  cautelare personale  questa  volta del divieto di soggiorno in Alcamo.
Con  tale  divieto, si  è certi di avere  restituito  l’anelata   tranquillità personale  e  familiare  che  C.S. con il suo comportamento persecutorio metteva   in crisi.