Il Vescovo di Trapani Francesco Miccichè esprime la propria gratitudine alla magistratura trapanese e alle forze dell'ordine per il tenace e imparziale impegno al servizio della verità grazie al quale, senza tema di smentita, oggi può dichiarare che non solo non è indagato e non lo è mai stato, ma è persona lesa in un procedimento giudiziario ancora in corso che purtroppo, comunque, infligge una ferita alla Chiesa trapanese a causa di alcune delle persone coinvolte.
Senza entrare nel merito delle questioni su cui deve ancora pronunciarsi la magistratura, il vescovo e la diocesi di Trapani ritengono doveroso rendere note queste notizie per il bene dei fedeli da tempo ormai in balìa di notizie false create ad arte che, alcune volte, nel tentativo di creare il "caso mediatico", hanno persino sfiorato il grottesco.
Da mesi la Chiesa trapanese è al centro di una violenza mediatica senza pari, con la reiterata pubblicazione di notizie prive di fondamento purtroppo ripresa anche da testate giornalistiche prestigiose senza la verifica delle fonti; di attacchi personali, non solo al vescovo ma anche ad alcuni sacerdoti di una volgarità inaudità, di numerosi tentativi di creare panico e confusione tra i fedeli con falsi allarmismi, decine di anonimi e falsi che hanno oltraggiato non solo la persona del vescovo Miccichè ma l'intera comunità ecclesiale trapanese.
Una barbarie: una vera e propria strategia i cui manovratori speriamo non rimangano occulti. Nonostante gli attacchi, la Chiesa trapanese ha continuato e continuerà - con il vescovo, i suoi presbiteri e diaconi, i religiosi e le religiose e tutti i laici - nel suo impegno al servizio dell'annuncio del Vangelo e del bene comune: nelle parrocchie, nelle associazioni, nelle attività culturali, in tutti i campi della vita sociale certa che, nei limiti e nelle fragilità umane, il Signore, anche nella prova, la chiama ad una rinnovata adesione alla Sua missione nel mondo. La prova dolorosa può diventare, infatti, una felice occasione di rinnovamento e conversione prechè la Chiesa possa essere, come ha indicato recentemente Benedetto XVI, sempre più libera dai lacci materiali e politici ed essere sempre più trasparenza i Dio.
Nell'esprimere serenità e disponibilità al dialogo, con il cuore gonfio della carità cristiana verso tutti gli attori di questa triste vicenda, il vescvo ritiene comunque doveroso dare mandato ai suoi legali, in quanto parte lesa, per il perseguimento della giustizia e della verità.
Il ricavato sarà devoluto all'istituzione di un premio giornalistico per incoraggiare il giornalismo coraggioso che con serietà, rifuggendo il sensazionalismo, persegue la ricerca della verità nel rispetto della dignità umana.
9,00 - Si terrà questa mattina alle 10 a Trapani, nel Palazzo della Diocesi, una conferenza stampa con il Vescovo Miccichè.
Nel frattempo va registrata la reazione di Antonio D'Alì, senatore del Pdl, indicato dalla stampa come "vicino" a Treppiedi. “Con rifermento alle notizie di stampa,non essendo a alcun titolo componente del clero, né Monsignore, né chierichetto, sono assolutamente estraneo a vicende che riguardano, o hanno riguardato la Curia trapanese. Sono sinceramente sorpreso delle considerazioni svolte nell’articolo e ormai molto stanco di essere tirato in ballo ogni qualvolta si verifica una indagine su Trapani. Ora pure per una questione tutta interna alla amministrazione ecclesiastica. Mi attendo che alla prossima lite di condominio in un qualsiasi palazzo di Trapani io sia indicato come complottista dell’accaduto”.
8,00 - C'è anche lo stalking tra le accuse che gravano su Ninni Treppiedi, ex arciprete di Alcamo, finito nei guai perchè, secondo la Procura, avrebbe orchestrato una macchina del fango per deligittimare il Vescovo di Trapani, Francesco Miccichè, per coprire malversazioni e furti perpetrati ai danni della chiesa locale. Maggiori particolari si sapranno proprio nella conferenza stampa convocata per oggi alle 10 nella Diocesi. Sarà proprio il Vescovo Miccichè a commentare l'indagine della Procura di Trapani.
Sul registro degli indagati sono finite 13 persone - tra cui Treppiedi - per reati che vanno dalla frode informatica al furto, alla ricettazione. Il parroco trapanese è indagato per ricettazione, frode informatica e falso ideologico.
Treppiedi inoltre è accusato di aver trasferito dal 2008 a familiari e complici 172 mila euro dalle casse delle parrocchie sotto la sua gestione a Calatafimi e Alcamo. Al prete gli inquirenti hanno sequestrato un pc e documenti vari.
Ninni Treppiedi ha 36 anni. E' l'ex direttore amministrativo della curia trapanese. La Procura ha passato alla lente di ingrandimento almeno 20 rogiti di cessione di beni della Chiesa: vendite di cui Sua Eccellenza non sapeva nulla, nonostante ci fosse la sua firma, che agli inquirenti è apparsa subito troppo "fotocopiata" e dunque falsa.
Indagati anche due giornalisti locali con l’accusa di diffamazione e calunnia (il corrispondente trapanese dell'Ansa e un collaboratore de Il Fatto Quotidiano). Secondo la procura avrebbero divulgato notizie false sulla gestione dei fondi della curia da parte di Miccichè. E - interrogati dai magistrati - avrebbero confermato la loro ricostruzione dei fatti.
L'inchiesta della Procura dunque ribalta la notizia che era uscita sui giornali locali tempo fa, e che era proprio il frutto di quella che potremmo definire una specie di "macchina del fango": il Vescovo Miccichè era stato accusato di aver distratto fondi da due fondazioni della Diocesi di Trapani, la "Campanile" e "Auxilum" a vantaggio proprio e dei suoi familiari. Secondo gli investigatori, queste accuse furono "dettate" alla stampa proprio da Treppiedi, silurato dal Vescovo. La notizia ebbe così tanto clamore che nacque anche un gruppo su Facebook per chiedere la sostituzione di Miccichè, con espressioni del tipo: "Ora il vaticano deve intervenire, speriamo che Dio Abbia pietà di lui e delle sue porcherie!"
Per chiarire la vicenda era stato nominato addirittura come "Visitatore apostolico" il Vescovo di Mazara del Vallo, Domenico Mogavero.