Il segreto per ricordare le cose con precisione? Non guardarle troppo a lungo. Un’osservazione troppo accurata, infatti, sortisce l’effetto opposto, garantendo una buona dose di distorsione nel riportare alla mente gli oggetti in relazione tra loro. A sostenerlo sono gli psicologi dell’Università di Yale guidati da Brandon Liverence e Brian Scholl in uno studio che verrà pubblicato nel prossimo numero di Psychological Science.
I ricercatori hanno messo davanti a dei monitor 10 volontari a cui è stata fatta guardare un’immagine di sfondo composta da diverse figure colorate – tra cui due cerchi – su cui lampeggiavano, muovendosi, altri due cerchi. Dopo aver osservato le immagini per un certo periodo di tempo i volontari sono stati quindi invitati a ricostruire a che distanza si trovassero i cerchi lampeggianti nelle varie fasi dell’esperimento e allo stesso tempo dove si trovavano i cerchi fissi che facevano parte dell’immagine di sfondo. Ed è così emerso che, mentre i cerchi «di sfondo» venivano ricordati più distanti di quanto realmente fossero, quelli lampeggianti su cui i volontari avevano focalizzato l’attenzione venivano ricordati, al contrario, più vicini. «Capire dove gli oggetti sono collocati nel mondo è uno dei lavori più importanti del cervello – spiega Liverence -. È sorprendente scoprire che mentre gli oggetti su cui si focalizza l’attenzione vengono considerati più vicini di quanto siano in realtà, quelli a cui non si presta attenzione vengono invece ricordati come più distanti».
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