Nessuna informazione è giunta ai lavoratori, se non quella di “non apporre nessun cartello” ed affrontare quindi la clientela, in un giorno di pagamento pensioni, “a parole” temporeggiando sulla ripresa del servizio.
“Poste Italiane – afferma Gisella Schillaci, della Cisl Poste - sembra aver dimenticato che la clientela pressa, oltre che per tutti i normali servizi, anche per la consegna dei questionari ISTAT, chiedendo le regolari ricevute che gli uffici non sono in grado di consegnare. La tanto sbandierata qualità di Poste Italiane si traduce in continui intoppi sia negli Uffici Postali, negli staff e nel settore della consegna della corrispondenza e si regge sempre più sulla buona volontà dei lavoratori”.
Il sindacato dei lavoratori postali della Cisl sottolinea come a causa della mancanza di personale, della pressione per il conseguimento dei budget, della carenza del sistema informatico e delle strumentazioni, i dipendenti di Poste Italiane “non ce la fanno proprio più” – continua Gisella Schillaci – “lo stress continuo per le problematiche giornaliere da dover affrontare sta veramente arrivando a livelli di guardia”.
“Poste Italiane non riesce più a convincere che tutto va bene – continua la segretaria della Slp Cisl – è fin troppo evidente che i problemi sono tanti ed e arrivato il momento di affrontarli. La clientela, sono certa, sarà al fianco dei lavoratori di Poste Italiane nel chiedere più certezze e più sicurezza della funzionalità del servizio”.
Il sistema di gestione è stato ripristinato durante la mattinata, ma per la Cisl Poste ciò non toglie nulla alla gravità della situazione, che si ripresenta con regolarità ciclica: nessuno avrà dimenticato la catastrofe di giugno, quando il sistema elettronico degli uffici postali ha funzionato a singhiozzi per due settimane.
“E’ necessario un urgente intervento risolutore – conclude la Schillaci - la rete di Poste Italiane non è necessaria solo per Poste e per i suoi lavoratori, ma per tutto il sistema Paese. Non abbasseremo la guardia ed arriveremo ad attivare forme di protesta più eclatanti e visibili perché ora la misura è colma”.