Quantcast
×
 
 
13/10/2011 04:09:00

Mogavero: "Troppo connivenze tra Chiesa e mafia. E a Messina Denaro dico che..."

 Il vescovo di Mazara del Vallo e commissario Cei per l'Immigrazione, Domenico Mogavero è stato postulatore della causa di beatificazione del martire anti-clan don Pino Puglisi ed è in prima linea contro la criminalità organizzata."Il monito di Benedetto XVI deve spazzare via ogni zona grigia",avverte. Secondo gli investigatori Matteo Messina Denaro, il padrino che ha preso da Provenzano il comando di Cosa Nostra, vive in latitanza proprio nella sua diocesi.

 

Perché nessuno si ribella?Monsignor Domenico Mogavero


"La mafia è un cancro che distrugge il tessuto sociale. Giustificazioni e collateralismo nelle comunità cristiane infangano il sacrificio di don Puglisi, don Diana, Livatino e tanti altri. Stenta a farsi strada la consapevolezza della pericolosità sociale di Cosa Nostra, anzi gli si è attribuito a lungo un compito di garante verso gli interessi di chi non poteva ricorrere ai poteri istituzionali. E così in piccoli comuni persino qualche sacerdote si è prestato a dare protezione ai mafiosi. Comportamenti assurdi e inammissibili soprattutto per un prete".

 

Sulla mafia c’è omertà anche nella Chiesa ?


"Persiste omertà nel clero. Anche noi gente di Chiesa abbiamo gli stessi condizionamenti culturali e psicologici dei nostri contemporanei. Ci sono preti che non hanno alcun timore di denunciare pubblicamente i comportamenti malavitosi dei boss della mafia, però purtroppo non mancano quelli che fanno finta di non sapere e di non vedere e magnificano uomini cui attribuiscono profili lontanissimi da quelli che risultano dalle indagini. A Messina Denaro voglio dire:"Vale la pena vivere una vita da fuggiasco, piena di sangue, illegalità, violenze, preoccupato solo di sottrarti alla caccia delle forze dell’ordine? Con quale faccia ti presenterai al cospetto di Dio, al cui giudizio nessuno può sfuggire?".

 

E' paura o complicità?

"La verità è che molti hanno paura dei malavitosi perché temono di essere vittime più o meno dirette della loro malvagità. Non sarà facile convincere chi ha ricevuto benefici dai malavitosi a sconfessarli e a schierarsi dalla parte della legalità. Ma la delegittimazione del potere mafioso e la graduale incapacità di gestire affari determineranno inevitabilmente la fine del collateralismo che tanto ha giovato ai comitati mafiosi d’affari.Le nette parole nette di Benedetto XVI rilanciano l'anatema del '93 di Wojtyla nella Valle del Templi. E ciò avviene  in un momento in cui la coscienza anti-clan rischia di affievolirsi poiché la mafia ha tentato di cambiare pelle. E non può considerarsi vinta, pur se ha subito ferite tremende dallo Stato".

Giacomo Galeazzi - LA STAMPA