Lo afferma la 'pentita' Perla Genovesi, che fece ai pm di Palermo il nome di una escort, Nadia Macrì, che avrebbe partecipato a presunti festini hard col presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
La donna, sotto processo a Palermo in abbreviato insieme ad altre cinque persone imputate a vario titolo di traffico e spaccio di droga, ha sempre sostenuto di essere stata infiltrata tra i narcos per conto degli inquirenti. Quando, due giorni fa, un poliziotto, chiamato a deporre, l’ha contraddetta, sostenendo che l’imputata avrebbe in un’occasione rivelato particolari su un piccolo spaccio, negando, però, che fosse una loro infiltrata, la donna l’ha prima insultato, poi è scappata fuori dall’aula e – secondo quanto pubblicato da alcuni organi di stampa – avrebbe minacciato di scavalcare la balaustra del secondo piano del Palazzo di giustizia. Una ricostruzione che era stata diffusa ieri da organi di stampa siciliani e poi ripresa a livello nazionale dall'agenzia Ansa, e che viene adesso contestata dall’imputata. «Ho già dato mandato ai miei legali di intervenire contro questa falsa informazione - afferma – diffido chiunque dal divulgare questa falsa informazione e chiedo di rettificarla». La Genovesi contesta anche il fatto che il testimone abbia smentito la versione della giovane parmigiana e ritiene che queste notizie siano "menzogne con lo scopo di screditarni e farmi apparire inattendibile".