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07/10/2011 04:33:53

Processo Golem a Marsala: aula di giustizia piena di gente. Sono i familiari degli imputati...

Imputati, assieme al boss latitante, sono Maurizio Arimondi, Calogero Cangemi, Lorenzo Catalanotto, Tonino Catania, Giovanni Filardo, Leonardo Ippolito, Marco Manzo, Antonino Marotta, Nicolò Nicolosi, Vincenzo Panicola (cognato di Matteo Messina Denaro), Giovanni Risalvato, Filippo Sammartano e Giovanni Stallone, che devono rispondere, a vario titolo, di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di società e valori, estorsione, danneggiamento e favoreggiamento personale. Sono favoreggiatori, ma soprattutto "adoratori" (così come emerge dalle intercettazioni) di Messina Denaro.

Pubblici ministeri sono Marzia Sabella e Paolo Guido. Sono gli stessi Pm del processo che, sempre a Marsala, ha portato a Gennaio scorso alla condanna di Matteo Messina Denaro e del suo prestanome Giuseppe Grigoli, il "re dei supermercati".

Tredici le parti civili: Perrone Costruzioni, Clemenza Nicola, Associazione Addipizzo, Fai Associazione Antiracket italiana, Comuni di Castelvetrano e Campobello di Mazara, Confindustria Trapani, Partito democratico, Provincia di Trapani, associazioni antiracket di Marsala e Trapani, associazione «Io non pago il pizzo e tu?» e Centro Pio La Torre. La costituzione di parte civile del Partito Democratico nasce dal fatto che alcuni degli imputati, secondo le ricostruzioni degli investigatori e le intercettazioni, hanno dato fuoco all'abitazione di campagna del consigliere comunale del Pd, Pasquale Calamia, "reo" di essersi augurato pubblicamente a Castelvetrano l'arresto di Messina Denaro.

La prima udienza è stata dedicata alle questioni preliminari. Da notare che l'aula "Marchetti" del Tribunale di Marsala, dove si svolgono le udienze, era piena di gente. Purtroppo non studenti o cittadini interessatia seguire un processo che apre squarci interessanti sull'attuale composizione della mafia in Sicilia Occidentale. Ma erano tutti familiari e amici degli imputati: un'ottantina di persone.

Il processo era iniziato a Palermo, che su istanza delle difese si è dichiarato territorialmente incompetente (i fatti contestati sono avvenuti nella Valle del Belice, che è amministrata giudizialmente dal Tribunale di Marsala), altrimenti il processo rischiava di essere annullato in Cassazione. Pur riconoscendo la centralità di Messina Denaro nell'organizzazione della mafia siciliana, si è preferito non spostare il processo da Marsala, nel cui circondario in effetti si sono svolti i reati.

Ricordiamo che  altri quattro indagati, Salvatore Messina Denaro, fratello del latitante, Andrea Craparotta, Matteo Filardo e Raffaele Arimondi hanno scelto di essere giudicati - non senza qualche protesta delle associazioni dei familiari delle vittime di mafia - con il rito abbreviato.

Salvatore Sciacca ha, invece, chiesto di patteggiare la pena ed è stato condannato a due anni di carcere.