Ricorso, con profonda amarezza, che fra i pochi deferiti davanti a detta commissione della provincia di Trapani, vi fu anche mio padre direttore delle scuole italiane all’estero, reo di avere tenuto una conferenza sull’italianità della Tunisia e sulle sofferenze patite dagli italiani nei campi di concentramento francesi.
Per circa tre anni vi fu sospeso dal servizio e dallo stipendio e furono anni veramente difficili per tutta la famiglia. Alla fine la Commissione notificò il non luogo a procedere dato che il fascista Forti, come tanti altri in provincia di Trapani, non aveva commesso alcun illecito.
A distanza di anni, seguendo le amene cronache giudiziarie e politiche, conoscendo soprattutto le grandi “agevolazioni” di cui godono i nostri politici e financo i loro familiari, le laute pensioni e quant’altro, per non dire delle sconcezze in campo regionale e locale, dove gli arresti di sindaci e assessori si susseguono a ritmo sostenuto, mi è balenata l’idea di istituire una commissione per la punizione degli illeciti democratici in tutti i comuni d’Italia.
Per restare nel mio piccolo, riferirò delle “anomalie” (eufemismo) che colpiscono il Comune di Marsala.
Intanto il lauto stipendio del sindaco, assessori e i gettoni di presenza dei consiglieri comunali, che nella stragrande maggioranza dei casi, si riuniscono per quelle “quattro chiacchiere” in famiglia per deliberare… il rinvio delle delibere da trattare.
Per non dire delle commissioni consiliari e delle delibere della giunta con nomine di consulenxe esterne ben retribuite, l’istituzione di enti inutili e costosi, presieduti da personalità influenti e legate a certi magistrati per essere sicuri di “ben operare in tutta tranquillità”. Qualche volta si approvano progetti affidati ad enti che hanno la loro sede in un grande sfinestrato di via Garibaldi n°5 (ufficio postale di Marsala).
Con costi non indifferenti i cui dipendenti prestano servizio negli uffici del comune non avendo altro da fare.
Infine lo sperpero di pubblico denaro per manifestazioni pseudo culturali che incidono notevolmente sul bilancio comunale e conseguentemente sulle tasche dei contribuenti.
La Corte dei Conti tenta di arginare la crescente corruzione negli enti locali, ma invano, non avendo sufficienti magistrati per i necessari controlli.
Al grido di “fuori i prefetti” sono venuti meno i necessari controlli amministrativi sugli atti degli enti autarchici territoriali, ai quali si sono sostituiti, quando possono, quello delle procure della Repubblica.
Ma la corruzione è tale che la magistratura contabile e quella della Repubblica non riescono più ad arginare questo fenomeno sempre più dilagante.
Da qui la mia idea di costituire appunto delle commissioni per la punizione degli illeciti…democratici.
Siamo stanchi, tartassati ed avviliti; il malcontento è in continuo aumento ed è oltremodo necessario correre ai ripari.
I nostri politici a tutti i livelli dovrebbero dare il buon esempio: dimezzare i loro lauti stipendi, abolire le agevolazioni e quelle dei loro familiari. E certamente basterebbe questo poco per risanare il bilancio dello stato. Ma lo faranno?
Silvio Forti