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29/09/2011 04:37:09

Oggi arriva Fernando Nazzaro, nuovo comandante provinciale dei carabinieri. Il bilancio di Barbano

44 anni, sposato e padre di due figli, è  nato ad Avellino, ha lavorato nella compagnia di Torre del Greco, poi nel reparto operativo di Caserta e infine è stato capo Ufficio Personale dei carabinieri nella regione Campania. Da qui è passato al Nucleo Operativo dell'arma a Roma, che ha diretto in prima persona.

 La cerimonia per il passaggio di consegne dal suo predecessore, colonnello Giampiero Barbano, si svolgerà questa mattina presso il comando provinciale.

Il nuovo comandante Nazzaro, uomo di poche parole ma con un'esperienza che lo presenta meglio di qualunque discorso, con il Nucleo Operativo a Roma ha ottenuto molti successi,  in particolare l'inchiesta sulle tangenti Asl – che ha portato all'arresto di 80 persone e alla restituzione di 48 milioni di euro alla Sanità regionale del Lazio - e  l'inchiesta su Calciopoli – con il rinvio a giudizio di 48 persone tesserate Lega Calcio, fra le quali Moggi - ed un'operazione  antidroga che ha messo le manette a 33 persone per traffico internazionale di stupefacenti.

Ecco il bilancio del Col, Giovanni Pietro Barbano, comandante uscente.

Il 4 giugno 2009, i militari del Nucleo Investigativo, nel quadro di un'articolata indagine finalizzata al contrasto delle infiltrazioni mafiose nel settore della produzione dei conglomerati cementizi - denominata RBK - davano esecuzione al decreto di sequestro preventivo emesso dal GIP del Tribunale di Palermo su richiesta di quella Direzione Distrettuale Antimafia, sottoponendo a sequestro il costruendo edificio da destinare a sede del Commissariato della Polizia di Stato di Castelvetrano(TP) insistente su un fondo, già oggetto di provvedimento di confisca da parte dello Stato, in quanto riconducibile ad esponenti di cosa nostra trapanese. Le investigazioni, fra l'altro, consentivano di accertare che l’impianto di produzione di calcestruzzo - formalmente intestato ad un incensurato, ma di fatto riconducibile ad un'importante elemento della cosa nostra palermitana - effettuava la fornitura di calcestruzzo ad un'impresa impegnata nei lavori di realizzazione del nuovo Commissariato di P.S. di Castelvetrano, diversa da quella stabilita nel capitolato d’appalto, di minor pregio e comunque meno costosa.

Il 17 giugno 2009, in Mazara del Vallo, Salemi ed altre parti del territorio italiano, militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale, eseguivano ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP di Palermo su richiesta di quella D.D.A che condivideva pienamente l’esito di una complessa attività investigativa denominata "EOLO"sviluppata dal citato Nucleo e convergente con altra attività condotta parallelamente dalla Squadra Mobile di Trapani, traendo in arresto otto soggetti, tra imprenditori, funzionari e dipendenti pubblici, nonché elementi di spicco di cosa nostra mazarese.

L'indagine permetteva di documentare l’attività criminale svolta da esponenti di rilievo di cosa nostra per acquisire nella provincia di Trapani, in modo diretto e indiretto, la gestione o comunque il controllo di concessioni, autorizzazioni, appalti e servizi pubblici nel settore della produzione di energia elettrica, mediante la realizzazione di impianti eolici.
Nel corso delle attività investigative veniva accertata, in particolare, la pianificazione delle attività delittuose in occasione di alcuni summit mafiosi ai quali avevano preso parte anche i vertici della famiglia di Mazara del Vallo e la loro successiva attuazione grazie ad una sinergia di condotte poste in essere da esponenti di cosa nostra o referenti della stessa inseriti all’interno della pubblica amministrazione, i quali si adoperavano, con la complicità di funzionari comunali per favorire le imprese prescelte dall’organizzazione, danneggiando quelle concorrenti.

Il 3 luglio 2009 in Marsala (TP), personale del Nucleo Investigativo a conclusione di una complessa attività investigativa - convenzionalmente nominata LILLIBEUM - convergente con altra parallela indagine sviluppata dalla Squadra Mobile di Trapani, arrestava, in esecuzione di o.c.c. in carcere, emessa dal G.I.P. di Palermo su richiesta di quella D.D.A. sei soggetti gravemente indiziati del delitto associazione di tipo mafioso aggravata estorsione in concorso, aggravata poiché commessa per favorire l’associazione mafiosa denominata cosa nostra.

Il provvedimento restrittivo che, riassumeva gli esiti convergenti delle indagini condotte autonomamente dai citati reparti, permetteva di disarticolare il sodalizio mafioso di marsala, documentando una serie di condotte illecite volte all’attuazione delle finalità tipiche dell’associazione mafiosa, con particolare riferimento al controllo delle attività economiche e del territorio di competenza, nonché un elevato numero di attività estorsive (consumate e/o tentate) ai danni di imprenditori locali.

Il 16 febbraio 2010, in Gibellina (TP), Marsala (TP), Mazara del Vallo (TP), Calatafimi (Tp) ed Avellino, a conclusione di attività investigativa condotta dalla Compagnia di Castelvetrano, (op. NERONE), veniva data esecuzione alla misura coercitiva della custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Palermo nei confronti di n. 8 persone, responsabili a vario titolo dei reati di associazione di tipo mafioso aggravata e concorso continuato in rapine ed estorsioni.


Latitanti


In data 21 giugno 2009, in Caracas (Venezuela), militari del Nucleo Investigativo accreditati secondo le procedure di cooperazione internazionale, in collaborazione con personale Interpol e con le autorità di polizia venezuelane, arrestavano Salvatore MICELI, uomo d’onore della famiglia mafiosa di Salemi, inserito nell’elenco dei 30 latitanti più pericolosi, latitante dal 2001. Il 01.07.2009 il MICELI veniva estradato in Italia.

In data 11 novembre 2009, ad Hannover (Germania), sulla base di elementi forniti dal dipendente Nucleo Investigativo, attraverso il Servizio per la Cooperazione Internazionale S.I.R.E.N.E., personale della Polizei Ispektion tedesca traeva in arresto Antonino MARTINO, latitante dal febbraio 2008, già destinatario di “mandato di arresto europeo”, a seguito della condanna emessa G.U.P. del Tribunale di Palermo nel corso del giudizio abbreviato, alla pena di anni 14 di reclusione, essendo stato ritenuto colpevole del delitto di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti di cui trattano le segnalazioni a seguito.

MARTINO, ritenuto uno dei promotori dell’associazione criminale, all’interno della quale figuravano elementi di spicco delle famiglie mafiosa di Mazara del Vallo e Campobello di Mazara, si era reso irreperibile sin dal febbraio del 2008, allorquando militari del dipendente Reparto Operativo nell’ambito dell’indagine denominata “EL DORADO” avevano eseguito 15 o.c.c. in carcere nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili di traffico internazionale di droga.


Il 2 dicembre 2009, in Marsala (TP), militari della Compagnia di Castelvetrano, nel contesto di una complessa attività investigativa coordinata dalla D.D.A. Palermo, arrestavano Francesco DE VITA, cl 1954, latitante, mafioso (inserito nell’elenco dei 100 latitanti di massima pericolosità), condannato all’ergastolo per associazione per delinquere di tipo mafioso, omicidio in concorso, detenzione e porto illegale di armi da fuoco.
Nel medesimo contesto d’indagini venivano arrestate quattro persone gravemente indiziate di aver favorito la latitanza del prevenuto.


Il 18 aprile 2011, in Alcarras (Spagna), personale della Polizia Spagnola indirizzato e collaborato da militari del Nucleo Investigativo de Comando Provinciale CC di Trapani e da Unita’ Interpol di Roma, localizzava e traeva in arresto Claudio GIUSTO, nato ad Alcamo (Tp), il 09.11.1967, latitante dal 1999, in ottemperanza ordine esecuzione pena emesso dalla Procura della Repubblica di Trapani, dovendo espiare la pena definitiva di anni 27 e mesi 6 di reclusione per omicidio volontario aggravato e altro.
IL latitante - autore del delitto compiuto in data 19.03.1998 in Castellammare del Golfo ai danni di Giuseppe Maggadino, classe 1935, ritenuto all’epoca elemento di spicco della locale famiglia mafiosa - era stato proposto per l’inserimento nell’elenco dei 100 latitanti piu’ pericolosi.

In data 11 maggio 2011, il servizio di cooperazione internazionale di polizia Interpol della Direzione Centrale della Polizia Criminale di Roma, a seguito di attivazione da parte del dipendente Nucleo Investigativo e sulla base delle risultanze investigative emerse nell’ambito delle indagini avviate nel 2010 d’intesa con D.D.A. Palermo - finalizzate alla cattura di Francesco SAFINA, latitante dal 1997, ricercato in campo internazionale poiché condannato alla pena definitiva di anni 11 e mesi 6 di reclusione per associazione a delinquere di stampo mafioso e traffico internazionale di sostanze stupefacenti - comunicava di averne accertato il decesso in Venezuela, per il tramite del locale e paritetico organismo di polizia.

Il latitante, che con false generalità, viveva con la compagna di nazionalità venezuelana,sarebbe rimasto coinvolto il 24 aprile 2002 in un incidente stradale mortale.
Citato SAFINA, elemento di spicco della famiglia mafiosa di Mazara del Vallo (Tp), era ritenuto molto vicino al noto latitante Matteo MESSINA DENARO.

IL 15 giugno 2011, in località Marracco - agro del Comune di Trapani, militari della Stazione CC di Locogrande, traevano in arresto Vito MARINO, pregiudicato, colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Corte di Assise di Appello di Brescia per il reato di concorso in triplice omicidio volontario aggravato dalla crudeltà, (cd. “omicidio di Angelo Cottarelli, commesso in Brescia il 28.08.2006” ) latitante dal 07.06.2010. Nella circostanza, veniva arrestato anche Giorlando PUGLIESE, pregiudicato, imprenditore edile, per il reato di favoreggiamento personale.

 

 


Criminalità comune

 

Il 9 marzo 2009, militari del NORM della Compagnia di Marsala, a conclusione di prolungata attività d'indagine finalizzata a disarticolare un sodalizio criminoso dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti in Pantelleria (TP), con ramificazioni in Milano, arrestavano, in esecuzione di o.c.c. in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Marsala dodici persone, residenti o comunque dimoranti in quell'isola, indiziati di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso.

Il 29 marzo 2009, l'A.G. di Marsala, condividendo le risultanze investigative proposte dai militari del NORM di quella Compagnia cc di Marsala, emetteva un provvedimento di custodia cautelare in carcere nei confronti di un soggetto ritenuto autore della rapina a mano armata commessa ai danni di un impiegato dell’ufficio postale di Pantelleria. Nella circostanza l'autore del delitto si era impossessato della somma di euro 65.000,00.

Il 15 giugno 2009, i Carabinieri del NORM della Compagnia di Trapani, eseguivano ventitré o.c.c. carcere nei confronti di altrettante persone, ritenute responsabili del reato di spaccio di sostanze stupefacenti.
L'indagine, convenzionalmente denominata “KILLER DRUG”, scaturiva a seguito della morte per overdose di un giovane assuntore, deceduto a causa di una partita di eroina “tagliata male”.
In quel contesto investigativo venivano segnalati alla Prefettura di Trapani molti giovani per detenzione di sostanza stupefacente per uso personale, viepiù, nel corso delle indagini venivano registrate cessioni per un ammontare di circa 1000 dosi di eroina e più di 3000 dosi di hashish, per un giro di affari complessivo che si aggira intorno ai 100,000,00 euro.

Il 24 luglio 2009, la Compagnia Carabinieri di Trapani, concludeva la prima fase di un complesso ed articolato impegno investigativo, avviato negli anni precedenti, finalizzato a porre fine al fenomeno dei furti di rame.
Gran parte del territorio della provincia di Trapani negli ultimi anni era stato interessato dal furto di cave di rame, asportati alle linee di servizio pubblico Telecom ed Enel; tale manifestazione criminosa determinava gravi disagi alla popolazione per via delle continue e prolungate interruzioni delle utenze telefoniche ed elettriche.
Vaste aree abitate del territorio rimanevano, infatti, isolate anche per lunghi periodi.
Le dimensioni del fenomeno, a causa dell'elevato ricavo ottenuto dalla commercializzazione del rame e dei materiali plastici di rivestimento dei cavi, pari a 10-11 euro al kg., assumevano profili rilevanti, talché si rendeva necessario predisporre un dispositivo operativo capace di muoversi in tutto il territorio e di intervenire, non solo in via preventiva, ma sotto l'aspetto repressivo tempestivamente, con efficaci strumenti di investigazione.
Le indagini all'uopo sviluppate successivamente negli anni 2008-2011 permettevano di arrestare – in flagranza di reato ed in esecuzione di provvedimenti dell'A.G. complessivamente 21 persone e di denunciare in stato di libertà ulteriori 154 soggetti.

Il 22 ottobre 2009, i Carabinieri del NORM della Compagnia di Trapani, a conclusione di un articolato progetto investigativo, avviato nell'agosto del 2008, arrestavano in esecuzione di o.c.c. in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Trapani, su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo cinque soggetti, gravemente indiziati di corruzione aggravata in concorso.
L'indagine denominata “ARAGOSTA”, avviata nel mese di agosto 2008, permetteva di smantellare un sistema di corruzione teso a fare pervenire a numerosi soggetti già condannati all'ergastolo ed appartenenti a potenti clan camorristici, detenuti presso il carcere di San Giuliano di Trapani, beni voluttuari e cibarie varie, in attesa di poter ottenere anche la disponibilità di armi bianche, telefoni cellulari ed altro.
Nel medesimo contesto investigativo veniva arrestato un individuo (corriere) in flagranza di reato e denunciato in stato di libertà altri soeggetti tra cui un Assistente Capo della Polizia Penitenziaria in servizio presso il medesimo Istituto di pena.

Il 3 dicembre 2009, militari del NORM della Compagnia di Mazara del Vallo, a conclusione di un’indagine concernente il furto aggravato di preziosi appartenuti ai Vescovi di Mazara del Vallo, consumato il 16 novembre 2009 all’interno della Chiesa Cattedrale, individuavano e deferivano all’A.G. il responsabile, recuperando la preziosa refurtiva che veniva restituita alla Curia vescovile. l'indagine particolarmente complessa riscuoteva il plauso dell'intera comunità mazarese.

In data 4 febbraio 2010, in Alcamo (TP) personale del NORM della Compagnia CC di Alcamo, nell’ambito di attività d'indagine denominata “MONETA” traeva in arresto cinque soggetti indiziati del delitto di falsificazione di monete, spendita e introduzione nello Stato italiano di banconote false ed altro.

Il 12 marzo 2011, nell’ambito dell’attività d'indagine svolta in ordine ad una serie di rapine a mano armata consumate tra i mesi di febbraio e marzo in danno di attività commerciali di Alcamo (TP) e Castellammare del Golfo (TP), personale del NORM della Compagnia di Alcamo arrestavano in esecuzione di un provvedimento di fermo di indiziato di delitto un pregiudicato del luogo denunciando nell'occorso per la medesima fattispecie delittuosa un minore . Successive indagini consentivano di trarre in arresto su o.c.c. altro individuo indiziato de delitto di rapina in concorso, ritenuto la mente del gruppo criminale.

Il 28 aprile 2010, militari della Stazione di Castellammare del Golfo, a conclusione articolata attività investigativa denominata “TRILOGY” rivolta al contrasto sodalizio dedito alla commissione di truffe in danno di soggetti appartenenti a fasce sociali deboli, indotti con artifizi e raggiri all’acquisto di falsi gioielli, traevano in arresto in esecuzione o.c.c. in carcere nove soggetti e ne deferivano in stato di libertà ulteriori sei, responsabili dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe e sostituzione di persona, consumati negli anni 2008/2009 nelle provincie di Trapani, Palermo, Agrigento, Salerno e Napoli.

Il 22 giugno 2011 il NORM della Compagnia di Marsala eseguiva o.c.c. in carcere emessa dal Tribunale di Marsala che, accogliendo le risultanze investigative prodotte da quel servizio di p.g., disponeva l'arresto di quattro soggetti, pregiudicati del luogo, responsabili della tentata rapina ai danni di un ufficio postale del centro lilibetano.

 

Principali Omicidi

 

Il 3 gennaio 2009, in Campobello di Mazara (TP) militari della Compagnia di Mazara del Vallo, a seguito di complesse e ininterrotte indagini, traevano in arresto, in esecuzione di o.c.c. in carcere emesso ad GIP del Tribunale di Marsala, su richiesta della Procura della repubblica di Marsala, un pericoloso pregiudicato del luogo, ritenuto responsabile di omicidio aggravato ai danni di VACCARA Renzo, commesso in Campobello di Mazara il 28 dicembre 2008.
Nella circostanza, l'assassino, per futili ragioni, aveva colpito con numerosi colpi d’arma da fuoco la propria vittima alla quale era legato da rapporti di amicizia risalenti nel tempo.

Il 7 febbraio 2009, in Salemi (TP) militari di quel comando Stazione, a seguito di complesse e ininterrotte indagini, arrestavano, in esecuzione di un fermo del P.M., CASTELLI Fabrizio pregiudicato del luogo, ritenuto responsabile di omicidio aggravato e premeditato ed occultamento di cadavere ai danni di cittadino tunisino MOUSSA Grine, per il quale i familiari, da tempo, avevano denunciato la scomparsa.
Nel corso delle indagini i militari operanti ricostruivano l’intera dinamica dell’agguato mortale teso alla vittima, dimostrando la particolare crudeltà del fermato ed il movente d'impeto dovuto a futili motivi.

Il 30 luglio 2010, militari del NORM della Compagnia di Mazara del Vallo, a seguito di complesse ed ininterrotte indagini traevano in arresto MARRONE GIuseppe, in esecuzione di un fermo del P.M., pregiudicato mazarese, responsabile di omicidio aggravato e premeditato ed occultamento di cadavere ai danni di CUCCHIARA Giuseppe, per il quale nel mese di gennaio i familiari avevano denunciato la scomparsa.
Nel corso delle indagini i militari operanti ricostruivano l’intera dinamica dell’agguato mortale teso alla vittima, dimostrando la particolare crudeltà del fermato; costui aveva commesso l’efferato reato, quale rappresaglia a seguito di una testimonianza che la vittima aveva in passato reso nel corso di un processo celebrato dinanzi al Tribunale di Marsala riguardante dei traffici di droga. Il fatto desto particolare scalpore anche perché l'autore aveva ucciso l'uomo, infilzandolo con un fucile da sub dotato di arpioni appositamente modificati.