Essendomi da poco trasferito in una nuova abitazione sita in via Vita, quotidianamente percorro la via Trapani o “l’elegantissima” via Napoleone Colajanni. Forse non tutti sanno (o forse si) che proprio quest’ultima via attraversa il secondo polmone verde della città di Marsala, ovvero una mega-discarica a cielo aperto (altro che polmone verde del Podere Badia…) con il benestare di tutti: dai passanti, ai nostri amati politici e amministratori fino ad arrivare ai residenti di suddetta via.
Fin qui, nulla di strano, direte voi, fa tutto parte della normale amministrazione siciliana. Il vero problema è che da circa un mese sono comparse ai margini della strada delle coperture di eternit, naturalmente in fase di sgretolamento. La cosa “positiva” è che, chi ha compiuto il fattaccio, non ha neanche avuto l’accortezza (come fanno tutti) di gettarle un po’ più internamente in modo tale che non si vedessero. Forse l’area è talmente satura di tali rifiuti che scaraventarli in strada risulta ormai l’unica soluzione! Per chi non lo sapesse l’eternit è un materiale a base di cemento e amianto. I rifiuti di amianto sono classificati tra i rifiuti speciali, tossici e nocivi, ai sensi dell'articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica 10 settembre 1982, n. 915, in base alle caratteristiche fisiche che ne determinano la pericolosità, come la friabilità e la densità. È stato scientificamente comprovato a livello mondiale l’insorgenza di patologie tumorali legate non solo ad una lunga esposizione a fibre di amianto, ma anche a basse esposizioni. Il problema inoltre non rimane circoscritto alle sole zone limitrofe l’area della “discarica”, visto che fra le nostre intense “sciroccate” e le infiltrazioni nelle falde acquifere, le particelle cancerogene si diffondono in tutto il territorio.
Forse prima di spendere 15.000 € per le georeferenziazione delle patologie tumorali in provincia di Trapani, la provincia avrebbe fatto bene ad avviare un opera di bonifica di tali discariche a cielo aperto, considerando il fatto che tutti ne siamo a conoscenza. Inoltre esiste anche una normativa Italiana di riferimento per questi tipi di bonifiche ovvero il D.Lgs. 257/1992 e per la normativa sulla sicurezza il D.Lgs. 81/2008.
Cosciente che la responsabilità, in questo ambito, significa, per chi ha il potere, assumere il principio di precauzione come riferimento operativo anche in assenza di sufficienti dati epidemiologici oltre che esigere che chi ha le responsabilità della gestione delle strutture operi con strumenti, mezzi e organizzazione adeguati alla protezione della salute dei cittadini, ritengo che il Sindaco, essendo il responsabile del territorio e della salute dei propri cittadini debba in prima persona adoperarsi affinchè si risolva con tempestività questo grave e ignobile problema .
Sono certo che con l’avvicinarsi della imminente “fiera elettorale comunale” qualcosa sarà fatto.
Gaspare Fiocca