Sembrava la scena di un film d'azione: fiamme alte più di 10 metri che scavalcavano il cancello principale e lambivano la carreggiata stradale, una colonna di fumo visibile da qualsiasi punto della strada provinciale, i lampioni dei viali interni che si scioglievano per il calore intenso e la paura che il fuoco potesse danneggiare anche le abitazioni adiacenti. L'incendio si è sviluppato alle 15:30 e ha impiegato pochissimo tempo a ricoprire l'intera struttura. L'ultimo episodio incendiario, ma di piccole dimensioni, risale a due anni fa e le sterpaglie accumulate in questo frangente, insieme all'assoluta incuria di Villa Damiani, hanno fatto da combustibile. I Vigili del fuoco sono arrivati quasi subito, ma non sono riusciti ad entrare perché tutti i cancelli erano chiusi. L'arrivo di una seconda squadra ha permesso di domare le fiamme nel giro di due ore. Le fiammi si erano propagate anche in un terreno incolto situato dal lato opposto della strada. Sabato notte i Vigili sono ritornati per accertarsi dell'assenza di ulteriori focolai, anche se gli ultimi tronchi si sono spenti nella tarda mattinata di domenica. Gli abitanti della zona non hanno dubbi circa l'origine dell'incendio: "È stato doloso. Ora che la "macchia" è stata bruciata le pecore possono tornare a pascolare. Già... Li vede i cancelli? Ieri erano chiusi, ma quando dentro ci portano le pecore sono aperti, come se qualcuno avesse le chiavi a disposizione per fare quello che vuole. Noi due anni fa abbiamo scritto al Sindaco perché temiamo per le nostre case. Se proprio non vogliono fare manutenzione al giardino, magari possono chiudere con i muri tutti gli accessi, così nessuno può entrarci più".
L'ultima volta che Renzo Carini ha messo piede a Villa Damiani è stata nel 2007, per assistere allo spegnimento di un altro grande incendio che stava rischiando di far collassare l'intera struttura. Nel luglio 2010 la Commissione consultiva allo Sport del Consiglio comunale ha fatto un sopralluogo per verificare lo stato dei locali da tempo oggetto di furti di ogni tipo, dai sanitari agli infissi.
È strano che l'incendio ai danni di Villa Damiani si sia scatenato pochi giorni dopo la presentazione in Consiglio comunale della proposta di dismissione della proprietà (insieme all'ex mattatoio comunale), proposta bocciata dal Consiglio. Potrebbe essere la vendetta di qualcuno che aveva pensato bene di acquistare l'impianto, costato più di 3 miliardi di lire, ad un prezzo ridicolo dettato dall'esigenza di risollevare il magro bilancio comunale. "Sarebbe un suicidio - ha dichiarato il consigliere Fernandez durante la votazione del bilancio- perché Villa Damiani deve tornare a funzionare! Potrebbe dare lavoro a più di cento persone". Sarà... per adesso gli unici che ci lavorano sono i Vigili del fuoco e le pecore al pascolo.
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