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02/09/2011 04:22:35

Ci risiamo. Il Governo cerca ancora di vendere i beni confiscati alla mafia

Ieri ha parlato il Ministro della Difesa La Russa, che ha dichiarato che il ministero della Difesa sta ''contribuendo allo sforzo comune di trovare i fondi necessari alla manovra e ha presentato un emendamento per facilitare la possibilita' di dismissione di alcuni immobili non utilizzati dalla Difesa''. Lo riferisce il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, durante la conferenza stampa a palazzo Chigi a margine del Consiglio dei ministri.

All'emendamento, ancora in fase di studio, ''va aggiunta la temporaneita', potrebbe valere cioe' fino al 2013''.

Inoltre, il ministro della Difesa riferisce che si sta valutando l'ipotesi che l'emendamento ''possa applicarsi an che ai beni confiscati alla mafia'', d'intesa con il dicastero dell'Interno. E qui sta la cosa grave. Perchè sulla vendita dei beni confiscati alla mafia già il Governo era intervenuto in passato per stabilirne la vendita, provocando la reazione di Libera e di molte associazioni antimafia.

Quindici  anni fa, oltre un milione di cittadini firmarono la petizione che chiedeva al Parlamento di approvare la legge per l'uso sociale dei beni confiscati alle mafie. Un appello raccolto da tutte le forze politiche, che votarono all'unanimità le legge 109/96. Si coronava, così, il sogno di chi, a cominciare da Pio La Torre, aveva pagato con la propria vita l'impegno per sottrarre ai clan le ricchezze accumulate illegalmente.

Perchè non si devono vendere i beni confiscati alla mafia? E' facile immaginare, grazie alle note capacità delle organizzazioni mafiose di mascherare la loro presenza, chi si farà avanti per comprare ville, case e terreni appartenuti ai boss e che rappresentavano altrettanti simboli del loro potere, costruito con la violenza, il sangue, i soprusi, fino all'intervento dello Stato.

Come disse Don Ciotti nel 2009: "La vendita di quei beni significherà una cosa soltanto: che lo Stato si arrende di fronte alle difficoltà del loro pieno ed effettivo riutilizzo sociale, come prevede la legge. E il ritorno di quei beni nelle disponibilità dei clan a cui erano stati sottratti, grazie al lavoro delle forze dell'ordine e della magistratura, avrà un effetto dirompente sulla stessa credibilità delle istituzioni".