Tra le pieghe del testo emerge anche la soppressione degli enti pubblici non economici con dipendenti inferiori a 70 unità. Il che comporterà la sopressione di una serie di enti, e tra questi, riporta ieri il giornalista Michele Santoro sul suo sito "Osservatorio Sicilia", anche Marsala Schola. E pensare che, tre anni fa, la mancata soppressione di Marsala Schola da parte del Sindaco della città, Renzo Carini, è stata la causa della madre di tutte le liti, quella con la cugina - sponsor Giulia Adamo, che della candidatura di Carini a Sindaco era stata ideatrice e fautrice.
Secondo Santoro "Marsala Schola costituita per far rientrare nel patto di stabilità il Comune di Marsala nel 2006, è un ente pubblico NON economico dotata di personalità giuridica e di autonomia gestionale per la gestione dei servizi sociali e comunali , non svolge di carattere industriale e commerciale, opera esclusivamente nel settore dei servizi, ovvero degli appalti pubblici, e non ha entrate proprie dovendo garantire servizi pubblici garantiti con totale trasferimenti comunali.Da ciò, secondo le norme di legge in materia e anche per consolida giurisprudenza Marsala Schola non è un ente pubblico economico in quanto non ha proprio patrimonio e non esercita quella attività commerciale degli enti pubblici economici quali possono essere Finmeccanica e altri. Marsala Schola non opera in regime di diritto privato ma amministrativo e non ha come oggetto esclusivo o principale dell’esercizio, l’attività commerciale, e a meno di errori, non ha più di 70 dipendenti".
C'è da capire se verrà realizzata o meno la soppressione. Il decreto deve essere convertito in legge, e sono già annunciate modifiche, mentre alti si levano gli strali della casta politica siciliana a difesa delle prerogative sancite dal nostro statuto.