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14/08/2011 14:17:16

"L'altro Anfitrione" al Teatro Antico di Segesta

 

La regia e' di Paolo Graziosi ed Elisabetta Arosio. «Partendo dalla bella traduzione tra prosa e versi di Rino Marino - dicono Graziosi e Arosio -, abbiamo scelto di trattare il testo di Plauto come fosse un canovaccio della commedia dell'arte, con quell'immediatezza comica e sgangherata che fa del teatro d'attore un teatro per attori che vogliono, prima di tutto, divertirsi e divertire. Abbiamo inoltre collocato la vicenda, per restituirle l'arcaicita', l'esotismo e la magia plautina, in un altrove vagamente etnico-fantastico, sia visivamente che acusticamente».

 

Quello di Plauto e', forse, l'archetipo che sta all'origine delle tante versioni che hanno intrigato i piu' grandi autori di teatro di tutti i tempi, a cominciare da Molie're, passando per Kleist e Dryden, per finire con Giraudoux, il quale ne scrisse la trentottesima versione, tanto per capire quanti autori si siano confrontati con questo meraviglioso soggetto dei doppi. Arduo, quindi, per un uomo di teatro affrontarne oggi la messa in scena, senza cadere nel gia' visto.

 

La commedia e' ambientata a Tebe in Beozia ed e' fondata sull'equivoco. Si narra di Giove che arriva a Tebe per conquistare la bella Alcmena, mentre il marito di lei, Anfitrione, combatte contro i teleboi. Il Dio impersona proprio Anfitrione e aiutato da Mercurio ne approfitta per godersene la moglie. Mercurio intanto prende le sembianze del servo di nome Sosia. All'improvviso ritornano a casa i veri personaggi e dopo una serie di equivoci, Anfitrione si placa, onorato di aver avuto per rivale un Dio. Alcmena alla fine partorisce due gemelli, uno figlio di Giove e uno figlio di Anfitrione.


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Fonte: adnkronos