A Palermo i dati sulla cassa integrazione, sul ridimensionamento del personale e sulla chiusura delle aziende sono allarmanti. E tutto ciò colpisce anche una delle più rinomate aziende nel comparto di preziosi e gioielli del Sud Italia, la Fiorentino S.p.a., che manderà in cassa integrazione 47 dipendenti di cui 6 a zero ore. I negozi Fiorentino si trovano a Palermo in via Roma e via Libertà. Ma non solo la catena Fiorentino naviga in cattive acque. Ci sono anche i grandi ipermercati che sono costretti a mandare in cassa integrazione i propri dipendenti. Come la Sma Cityper di Brancaccio. Poi Grande Migliore, la catena Bucalo e il gruppo Li Vorsi. Una situazione, quella del maggiore centro siciliano, che è lo specchio di tante altre realtà dell’Isola. Poi ci sono attività che cessano di esistere. Via Roma e via Libertà a Palermo hanno sempre più negozi chiusi. In via libertà lo store della catena di abbigliamento Benetton ha chiuso i battenti. Secondo la Camera di Commercio, nel secondo trimestre del 2011 su 98.117 imprese registrate, risultano 2.040 attività cessate, a fronte di 1.744 nuove iscrizioni (erano 1620 e 1421 nel 2010). Si chiude per la crisi, ma anche perché non si ha la licenza. Burger King, Gustoso, Fratelli La Bufala. Tutti all’interno del centro commerciale Forum, e tutti senza licenza. Al Forum, tra dipendenti dei vari negozi e indotto, lavorano circa 1200 persone. ‹‹Non ci sono le condizioni per la riapertura di questi locali – dice Marianna Flauto, segretario regionale della Uiltucs – per questioni legate alle autorizzazioni per attività di somministrazione, per una cinquantina i lavoratori le aziende hanno richiesto l’avvio delle procedure di licenziamento collettivo. Sono in corso le trattative con i sindacati – conclude – chiediamo che venga concessa la cassa integrazione››.
Da da gennaio a luglio 2011, 230 aziende hanno presentato richiesta per ammortizzatori sociali in deroga. Misure che coinvolgono quasi 2000 lavoratori.
Negozi, grandi catene dai nomi noti, la crisi coinvolge proprio tutti. Anche i venditori ambulanti per le strade e le spiagge avvertono un calo delle vendite addirittura del 50%. Solo che per loro non esiste cassa integrazione.