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01/08/2011 17:00:35

Da Marsala a Torino con una bicicletta da 200 euro e un Iphone

È un'avventura sicuramente non impossibile, ma complicata, quella che dal oggi tenterà Igor D'India, 27 anni, filmaker di professione, che ha scelto di omaggiare i 150 anni dell'Unità d'Italia, attraversando i luoghi celebri del Risorgimento: da Calatafimi a Teano, con l'obiettivo di raggiungere Quarto e poi la statua di Giuseppe Garibaldi in piazza Castello a Torino. L'intera avventura di Igor sarà raccontata con video e filmati quotidiani registrati attraverso l'iPhone sul blog www. igordindia. it/myblog.

Per Igor questa non è la prima avventura di questo genere. “Agli inizi, e ancora oggi sporadicamente, ho effettuato reportage in zone di guerra o poco conosciute del pianeta come la “finca” cubana nella regione di Guantanamo, nel Sahara Occidentale (tra Marocco e Mauritania) e in Bosnia nonché nel Caucaso (Ossezia e Inguscezia al
confine con la Cecenia). Qualche passaggio in Afghanistan, Tajikistan e paesi africani come Niger e Mauritania ha arricchito il quadro delle esperienze avventurose in luoghi non prorpio raccomandabili.
Queste esperienze sono state per me una formazione indispensabile per le avventure che realizzo anche in zone "domestiche".
Lo scopo è spesso girare un documentario su una spedizione (solitaria o in team) o raccontare un importante avvenimento verificatosi nel luogo che si attraversa.
Lo stile è quello degli esploratori di un tempo: imprese difficili con mezzi improbabili. Forse non sarà rimasto niente da esplorare, ma si possono fare esperienze straordinarie anche dietro casa se si affrontano in un certo modo.
Con l'aiuto della tecnologia e di certe attrezzature quasi chiunque può oggi arrivare in cima all' Everest o fare il giro del mondo in auto con GPS e satellitari al seguito. Qualunque esperienza da me vissuta non prevede nessun supporto tecnologico che possa contaminare l'approccio onesto
all'esperienza, dove si è da soli davanti all' ignoto e dove si pagano cari gli errori commessi. Sono comunque percorsi che portano a una maturazione personale più rapida delle esperienze ordinarie e che vanno contro il senso di avventura che viene oggi presentato al pubblico dalla tv.”
Progetto "ricordate i 1000":
“Nell' Agosto 2008 ho compiuto il primo tentativo di risalita del Paese su una mtb carica all' inverosimile per raggiungere Berna, in Svizzera, partendo da Palermo. La risalita andò male, la bici era troppo carica e il telaietto che doveva portare tutta quella roba, la gran parte della quale praticamente inutile, si spezzava ogni 200km rischiando di forare la gomma posteriore.
Arrivai a Grosseto, deluso e stanco e rinunciai alla "missione". L'attraversamento così lento della costa tirrenica mi ha fatto però conoscere delle realtà rurali mai immaginate prima. La gente mi parlava della crisi, i campeggi lamentavano essenze importanti degli abitudinari, le cucine dei ristoranti chiudevano a Luglio indebitate e il personale emigrava all'estero.
Era il 2008, sono passati 3 anni ed è il 150° anno del Paese. Vorrei riprovare, stavolta ripercorrendo le tappe dei Mille di GAribaldi, ad attraversare l'Italia, con la stessa bici da 200€, forte della mia esperienza passata (anche se senza un allenamento specifico, il che lo renderà come sempre un inferno).
Voglio vedere cosa è cambiato, voglio sentirmelo raccontare dalla gente che incontro. Voglio condividere la sofferenza fisica della risalita e le testimonianze trovate per strada. Il tutto con un iPhone, uno strumento leggero, ma abbastanza funzionale per girare un breve documentario, ma soprattutto ottimo per condividere online in tempo reale le mie impressioni su questa simbolica risalita. Come risalire il fiume Oreto, amato e odiato dalla mia città, forse risalire l'Italia ora può far sbirciare "dall'altro lato", quello ancora in ombra, ma non contaminato dai linguaggi vuoti e dalle personalità false che vengono proposte ai miei coetanei, il lato del Paese vero, che lavora, che sta male, che è onesto. Dicono che la mia generazione non crede nel Paese, non crede nel lavoro, non ha valori, non ha spirito di sacrificio. Senza dover dimostrare niente io mi metto in gioco perchè quello che si dice è vero in parte, c'è anche un altro lato della megaglia. Racconterò la parte di Paese che per comodità non viene considerata, mi esporrò in prima persona , perchè voglio ricordare un'impresa storica e vivere un'esperienza che già so essere durissima, ma di grande formazione personale.
Forse è proprio il momento giusto di farlo...”