La critica agli anni delle ronde, dei processi brevi (ma anche lunghi), delle operazioni 'strade sicure", ha riunito attorno allo stesso tavolo amministratori e politici, a cominciare dal segretario nazionale Lorenzo Cesa e dal capogruppo al Senato e coordinatore siciliano, Gianpiero D'Alia.
Dopo i saluti di Cesa si è svolta la tavola rotonda 'Legalità, sicurezza e immigrazione', cui hanno partecipato Tonino Gagliano, presidente dell'Ordine degli Avvocati di Gela, Giovanni Pompeo, sindaco di Castelvetrano, Vincenzo Lo Meo, sindaco di Bagheria, Andrea Piraino, assessore regionale alla Famiglia e Achille Serra, responsabile nazionale Sicurezza dell'Udc. "Quando si parla di legalità - dice il sindaco Pompeo - abbiamo bisogno di dare segnali forti. Oggi Castelvetrano vive come una macchia la latitanza di noti boss mafiosi. Noi abbiamo reagito aprendo la cittadella della legalità su un terreno di 50 mila metri quadrati confiscato alla mafia". Combattere la mafia, gli fa eco il collega neosindaco di Bagheria, Vincenzo Lo Meo, "vuol dire anche avere risorse adeguate ed un sistema di regole chiare. Io non posso triplicare la tassa sull'immondizia per giustificare tre stipendi di fannulloni che lavorano nell'amministrazione".
Dalla lotta alle cosche, ad un altro tema che ha surriscaldato la politica siciliana negli ultimi tempi, come l'immigrazione, il passo è stato breve. Per l'assessore Piraino, tuttavia, "non si può considerare l'immigrazione, come ha fatto il governo nazionale, un problema emergenziale".
A concludere i lavori il giudizio di un ex 'prefetto in prima linea', come Achille Serra, attuale senatore centrista. "Legalità e sicurezza vuol dire sapere che gli eroi non sono Mangano, ma Falcone e Borsellino".